«Il mare ti ha inghiottito e poi fortunatamente ti ha restituito a noi. Continueremo a volerti un gran bene perché per tutti noi sei un’anima pura».
Un dolore inimmaginabile racchiuso nella lettera che Anna Palmieri ha scritto per dare il suo ultimo saluto al fratello Paolo, tragicamente deceduto venerdì scorso a seguito di un incidente avvenuto all’interno dello stabilimento balneare Cala d’oro a Santo Spirito.
Il 62enne, secondo quanto ricostruito dagli agenti della questura di Bari, coordinati dalla procura Barese, sarebbe scivolato sugli scogli, battendo la testa e finendo in mare rovinosamente trascinato dalla forte corrente. Il corpo è stato recuperato soltanto in tarda mattinata, dopo ore di ricerche, dal soccorso subacqueo acquatico dei vigili del fuoco al porto, a due chilometri, in linea d’aria, dal luogo dell’incidente.
Dopo la perizia esterna da parte dei medici dell’istituto di medicina legale, il corpo è stato restituito alla famiglia per le esequie che si sono svolte ieri in Cattedrale, a Bitonto, sua città d’origine e sono state celebrate da don Marino Cutrone.
«Eri un grande lavoratore, ti facevi in quattro per la tua famiglia per portare a termine il tuo lavoro con onestà, rispetto, educazione e tanta umanità». È così che lo ricorda sua sorella Anna insieme a tutti i familiari e affetti più cari.
Tra lacrime di dolore, sua moglie Francesca è rimasta impietrita al primo banco della chiesa, di fronte alla foto e al legno marrone della bara del suo Paolo. È silenzioso l’amore di una donna che ricerca con disperato sospiro il suo amato marito e lo ritrova nelle braccia dei suoi figli Francesco e Giuseppe Alessandro. È forte come il dolore che urla nel loro petto e può trovare consolazione solo nella parola di Dio. A lui che è padre di tutti «dobbiamo affidarci», ha detto durante l’omelia il parroco della Cattedrale ricordando che «la vita va oltre la morte stessa, continua in una dimensione ultraterrena». Nell’accompagnare con la preghiera il feretro alla macchina funebre «sosteniamo il suo cammino verso la gloria eterna».
Niente potrà recidere il legame che sempre unirà Paolo alla sua famiglia. «Tutto quello che di buono e bello ha insegnato nella sua vita è quello che deve rimanere nei suoi cari. Il suo bene va incarnato nella vita che continua, è questa la testimonianza ed eredità che ci ha lasciato», ha concluso don Marino.
Con silenzioso rispetto, i presenti in chiesa e il sindaco Francesco Paolo Ricci hanno accompagnato la famiglia Palmieri nel cammino di fede del feretro, illuminato da un sole caldissimo nonché luce di Dio, e si sono uniti al conforto del parroco. Sommesse voci mozzate dal dolore hanno detto: «Non vi lasceremo mai soli».