L’istantanea emersa nel corso della presentazione del Rendiconto Sociale dell’INPS Puglia per il 2022, evidenzia una situazione previdenziale di grave emergenza: gli assegni pensionistici pugliesi sono più leggeri di circa 400 € rispetto alla media nazionale. Infatti se consideriamo le pensioni del solo settore privato, in Puglia per gli uomini l’importo medio non supera 1800 € al mese rispetto ai 2.200 della media nazionale; se consideriamo invece i dati delle pensioni delle donne il gap aumenta notevolmente, con una differenza di 600 euro rispetto alla media nazionale.
“Questa voragine che separa le pensioni pugliesi da quelle del resto del nostro paese, è rintracciabile – afferma la segretaria generale della UIL Pensionati Puglia, Tiziana Carella – nelle scelte scellerate operate dai diversi governi che si sono succeduti. I nostri pensionati pagano gli effetti di anni di tagli ragionieristici sui loro redditi, del blocco della perequazione e del mancato adeguamento al costo della vita stabilito dalla legge Fornero/Monti, che ha eroso in maniera significativa i loro assegni pensionistici, derivanti, qui in Puglia, da redditi da lavoro nettamente inferiori alla media nazionale, con l’inevitabile conseguenza che a salari bassi corrispondano nel tempo pensioni basse. Siamo giunti purtroppo ad un punto di non ritorno, visto che per il secondo anno consecutivo il governo accarezza, una deflagrante tentazione, alla vigilia di una legge di Bilancio di difficile gestazione viste le esigue risorse disponibili per la copertura, la tentazione di fare cassa per l’ennesima volta sulle pensioni”.
A questa ennesima “rapina di Stato” la UIL Pensionati dice “no”. E non lo fa con spot pubblicitari, ma con azioni concrete: dal mese di agosto, infatti, sono state attivate a livello nazionale delle cause pilota contro il taglio della rivalutazione delle pensioni di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo; sono state depositate le diffide all’Inps ed a breve daremo il via alla seconda fase, attraverso l’invio delle cause ai Fori competenti per ottenere la pronuncia della Corte Costituzionale.
“A questo si aggiunga lo spopolamento demografico della popolazione pugliese – aggiunge Tiziana Carella – a causa della progressiva contrazione delle nascite, dell’incremento della emigrazione giovanile per cercare lavoro fuori dalla Puglia e dell’innalzamento della speranza di vita, che secondo gli ultimi dati ha determinato una perdita di 22.089 pugliesi, pari allo 0.6% della popolazione. Questo fenomeno aggraverà ancor più l’incidenza della spesa, per la crescita dei bisogni assistenziali e previdenziali di un numero sempre maggiore di anziani, grandi anziani e della contrazione dei potenziali contribuenti. Occorre intervenire sul carovita che ha determinato un importante cambiamento sugli stili di vita dei nostri pensionati, l’inflazione morde significativamente i loro redditi e di conseguenza sono costretti a sistematiche rinunce alle cure mediche, all’acquisto di farmaci e di prodotti alimentari di qualità. E mi chiedo: perché dinanzi ad una popolazione sempre più anziana nella quale cambiano bisogni e consumi, il paniere ISTAT non tenga conto delle reali spese sostenute dagli anziani, che costituiscono oggi la fascia numericamente più rappresentativa della popolazione, ma si basi ancora sui criteri del Paniere FOI (Famiglie di Operai ed impiegati)?”.
Per i pensionati pugliesi, dunque, si prospetta una stagione difficile, se le scelte del governo centrale e di conseguenza di quello regionale, continueranno ad andare nella direzione di colpire i loro redditi, di ridurre l’offerta di servizi socio-sanitari: “Chiediamo ancora una volta al governo centrale di ascoltare le proposte contenute nella nostra piattaforma rivendicativa unitaria, tra le quali l’ampliamento della platea dei beneficiari della Quattordicesima, l’innalzamento degli importi per chi già la riceve. Vogliamo pensioni adeguate – conclude la segretaria Uilp – che non perdano potere d’acquisto nel tempo; al governo regionale invece, chiediamo una decurtazione del carico fiscale sui redditi da pensione ed il potenziamento dei servizi di assistenza per le persone non autosufficienti”.