Parliamo di sette ragazzi bitontini (tutti d’età compresa tra i 10 e i 30 anni) con gravi disagi che si recano quotidianamente al Presidio di Riabilitazione “Quarto di Palo” di Andria. Dal prossimo 17 febbraio, però, rischiano di restare senza servizio di trasporto. Un’ipotesi che potrebbe diventare realtà se, come sembra, non ci sarà nessuna sostituzione. A denunciare la situazione i genitori che, ieri mattina, con un sit-in si sono riuniti all’ingresso del Distretto Socio Sanitario di Bitonto per provare ad avere delle risposte.
“Non ci hanno detto nulla, solo una lettera ad annunciare una enorme tragedia. Potremmo avere un grande disservizio – dicono i genitori –. I nostri figli, che hanno gravissime patologie (autismo, disturbi e varie sindromi), vivono una loro quotidianità e diventano aggressivi se rimangono a casa. Molti di noi – confessano – hanno anche altri membri della famiglia che soffrono di varie patologie”.
La Asl di Bari – della quale i genitori e gli utenti del servizio fanno parte – a partire dal 4 novembre 2019 ha dato corso al nuovo contratto d’appalto che, però, non prevedeva il trasporto presso il centro “Quarto di Palo” (quindi verso le strutture pubbliche convenzionate). Nonostante questo, però, parrebbe che secondo accordi verbali tra la ditta vincitrice di quel particolare lotto del bando e la parte amministrativa della Asl, si sia riusciti a proseguire con il servizio: entrambi fiduciosi che si giungesse ad una soluzione in tempi brevi. Dopo ben tre mesi di solleciti inviati alla direzione della Asl, però, il 30 gennaio scorso la ditta ha ricevuto una comunicazione al fine di garantire il servizio fino a domenica 16 febbraio 2020. Spiazzati i genitori che nulla hanno a che vedere con accordi interni, errori e responsabilità altrui. Il servizio, inoltre, veniva garantito anche per i giovani utenti di Corato, Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo, oltre che appunto, quelli di Bitonto.
I genitori si augurano che ci sia la volontà di mettere presto un argine ad una situazione, per cui sta mediando anche la Rete di Organizzazioni e Associazioni per i Disabili. La situazione potrebbe diventare davvero insostenibile “Non ci possono lasciare in queste condizioni”, chiosano i genitori.