Dai Grilli bitontini riceviamo e pubblichiamo.
“Poteva essere un momento importante che unisse tutte le forze cittadine
sinceramente preoccupate della legalità e della sicurezza sul territorio.
E si era anche cominciato bene, con incontri costruttivi e
avulsi da qualsiasi forma di appartenenza politica fra le associazioni Libera e
FAI Antiraket durante i quali si era redatta una bozza di documento da
inoltrare, attraverso i rappresentanti politici locali presenti in parlamento,
direttamente al Ministro dell’Interno.
Un documento che avrebbe visto la firma
e l’adesione di TUTTE le forze politiche locali; un documento che desse l’idea
di una coesione cittadina che travalicasse gli interessi di appartenenza e si
ponesse come obiettivo il perseguimento del massimo risultato in termini di
sicurezza.
Un documento, infine, che desse netta l’impressione che la
cittadinanza onesta sta TUTTA da una parte.
Tralasciamo pure che si è abortita l’idea di un flash mob
che avrebbe visto protagonisti i cittadini e non qualche politico in cerca di
visibilità.
è stato invece:
Uno struscio domenicale. Un ritrovarsi in piazza a far
vedere “quanto sono amico di questo o quel personaggio”
Sul palco c’erano, per diritto e per dovere, il Sindaco, il Prefetto, il Questore e la
Presidente del Tribunale di Bari.
Fin qui tutto bene.
Ma, per dirla alla De Luca, c’era anche un
“calpestatore seriale di passerelle” ed illustre esponente della
politica locale, presentato come “uno dei pochi esponenti della politica
cittadina che non ha smesso l’elmetto” da un moderatore evidentemente
formatosi alla scuola dei Rondolino e che è stato giustamente ripreso dalla
Presidente del Tribunale.
Alla luce di quanto sopra ci permettiamo sommessamente di
fare una domanda alle due meritorie associazioni:
La manifestazione non doveva essere apolitica?
Cosa c’era che non andava nel comunicato redatto
congiuntamente?
Perché non è stato dato seguito al comunicato?
Tutta la comunità 5 stelle bitontina, il gruppo dei Grilli
Bitontini, continueranno il loro impegno in ogni spazio che abbia come
obiettivo la sicurezza e la legalità, ma devono necessariamente far notare che
questi metodi nuocciono alla cittadinanza e, ancor prima, alla credibilità
delle associazioni stesse”.