«Non voglio più assistere a questo modo di commemorare la figura di mio fratello. Per l’anno prossimo ho deciso di restituire al presidente della Repubblica in persona la medaglia d’oro al valore civile di Michele e le due d’argento che diedero a me».
Così, Grazia Tatulli, sorella di Michele, poliziotto bitontino che, l’8 gennaio 1980 a Milano, morì in un agguato delle Brigate Rosse. Ieri mattina, come ogni anno, Bitonto ha reso omaggio al suo concittadino con una celebrazione dinnanzi alla lapide commemorativa.
«La cerimonia più speedy alla quale abbia mai assistito» accusa Tatulli, biasimando la durata di soli dieci minuti della commemorazione e l’assenza del cappellano e del questore Giovanni Signer: «Ha mantenuto la promessa che fece lo scorso anno, dopo uno scontro con la sottoscritta».
«Tutti sono stati freddi al mio arrivo – continua -. Ho avvertito ostilità. Nessuno mi è venuto incontro. Al cimitero, la stessa scena. Per dignità non sono scoppiata a piangere».