Mons. Vito Piccinonna, ordinato ufficialmente vescovo nella diocesi di Rieti, ha detto sin dal principio: «Vengo dalla ‘terra’ e non voglio tradire per nessun motivo queste mie radici, origini umili, robuste e laboriose, belle come l’ulivo». Era ben visibile dagli sguardi rivolti ai suoi cari affetti nella giornata di ieri, sembravano voler comunicare che non avrebbe mai lasciato la loro mano anche in questo nuovo percorso. La comunità di Bitonto, Palombaio e Mariotto ha fatto sentire la sua vicinanza non solo con canti festosi, parole affettuose e preghiere, ma anche con un dono speciale che è stato consegnato dal primo cittadino Francesco Paolo Ricci e una delegazione dell’amministrazione comunale. Non a caso si tratta di un ulivo che in primavera sarà piantato nell’hortus simplicium del palazzo papale, a pochi metri dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta a Rieti. «L’ulivo millenario, simbolo di pace e fratellanza – si legge nel messaggio posto ai piedi della pianta –, rappresenti l’immensa gratitudine che sentiamo per don Vito, amato figlio della nostra terra, nella certezza che da Vescovo nella Diocesi di Rieti saprà creare speranza e coltivare con la sua creativa dinamicità la presenza caritativa». Il sindaco ha riportato il comune ‘sentire’ della terra natìa di colui che è ora conosciuto come il vescovo più giovane d’Italia. «Che sia quest’albero un simbolo di unione tra due città che sono diventate sorelle, Rieti e Bitonto», ha detto rivolgendosi al primo cittadino Daniele Sinibaldi alla guida della comunità reatina. Una stretta di mano ha “suggellato” questa condivisione di speranze, storie e nuovi domani. Tanta la gratitudine di Mons. Piccinonna, i suoi occhi brillavano sempre e sembrava quasi non credere che stesse vivendo il giorno della sua ordinazione vescovile. Non sono mancati, anche in questo momento, racconti legati all’ulivo, alle sue radici, ai suoi concittadini che ha abbracciato con un grande e commosso sorriso. «Nel suo discorso, ci ha ricordato l’importanza di una chiesa inclusiva, plurale, vicina, aperta al dialogo e votata all’impegno -ha concluso Ricci-. E’ la chiesa che amiamo e di cui abbiamo bisogno, la chiesa di tutti e tutte. Buon lavoro, monsignor Piccinonna».