Nella vita, ci sono silenzi e silenzi.
C’è quello imprigionato dalla paura, tremante e paralizzante, che chiamiamo omertà: lo impongono i mafiosi, per assicurarsi cieca obbedienza e bieca libertà d’azione illegale.
Poi, c’è il silenzio colmo di ammirazione e vibrante d’emozione, quello che ti conquista quando parla Lella Fazio, la donna “ostinata e ribelle“, che non ha mai abbassato lo sguardo davanti alla tracotanza dei malavitosi.
E così, la platea dell’Auditorium “De Gennaro”, affollata di studenti letteralmente rapiti da quelle parole telluriche, ha ascoltato dalla voce granitica della madre il racconto, straziante e pur dignitosissimo, dell’assurdo omicidio di Michele Fazio, avvenuto il 12 luglio di 23 anni fa.
Nel corso di una sparatoria – spedizione punitiva ad opera dei Capriati – fra le stradine del centro storico, il figlio sedicenne fu colpito mortalmente.
Quel ragazzo, che viveva a testa alta, seguendo i principi morali della rettitudine e della solidarietà, oggi, suo malgrado, è un angelo stupendo, che custodisce altre due figure angelicate: i suoi genitori. Pinuccio e, appunto, Lella, che da quel giorno maledetto girano per le strade del mondo per portare la loro dolente, preziosa, insistituibile testimonianza.
E si battono per la giustizia e la verità, mettendo in guardia tutti i coetanei del figlioletto dalle pur facili tentazioni della droga e della ricchezza immediata che deriva dallo spaccio, ed insegnano la grandezza dell’anima che solo possiede chi vive onestamente.
I discenti dell‘Istituto comprensivo “Sylos” hanno incontrato – nell’atto conclusivo di un lungo, coinvolgente cammino, coordinato dalla professoressa Anna Parisi – i due coniugi, don Angelo Cassano, referente regionale di Libera – sacerdote che ha illustrato l’attività dell’associazione guidata da don Luigi Ciotti e “la necessità di avere sempre coraggio” -, il docente-scrittore Francesco Minervini, che ha narrato con passione civile e profonda sensibilità la storia di Michele nel fondamentale testo “Il grido e l’impegno“.
La dirigente prof.ssa Filomena Bruno ha illustrato nel dettaglio il progetto – propugnato con tenacia dalla prof.ssa Annalisa Noviello, referente del progetto legalità: “Impegno e Bellezza: semi di coraggio, fiori di felicità” – di istituire un presidio scolastico di Libera presso il suo istituto, senza trascurare l’alto valore pedagogico dell’evento conclusivo. Aspetto rimarcato anche dall’assessore Cristian Farella, vieppiù soddisfatto della fervida azione educativa delle scuole bitontine. Il sindaco Francesco Paolo Ricci ha sottolineato le parole chiave di una missione cosiffatta: corresponsabilità, testimonianza e continuità.
Infine, gli studenti delle classi terze, nella scoperta dell’opera di Minervini guidati dalle rispettive prof e dalla professoressa Angela Aniello, referente del progetto lettura, hanno presentato cartelloni e slogan significativi, e fatto domande pensose ai relatori.
Il sentiero che conduce alla legalità è tutt’altro che pervio e si costruisce quotidianamente, proprio come stanno facendo i giovanissimi e sensibilissimi sylosiani.