“Che cosa crede il sindaco che a noi piace stare qui? Che noi qui ci vogliamo stare? Che ci piace vivere senz’acqua?”
Ci hanno accolto ieri cosi le cinque famiglie – con nove bimbi e uno in arrivo – che abitano gli appartamenti della “Casa della Giovane” sita nel complesso dell’Asp “Maria Cristina di Savoia”.
“E’ vero, ci hanno chiesto di trovare una casa a 300 euro d’affitto con contratto e che il Comune ci avrebbe pagato il primo anno d’affitto, più il 50 per cento dell’anno successivo ma sorgono due problemi: i proprietari di casa appena sentono nominare il Comune quasi ci chiudono la cornetta in faccia perché credono che non paghino o che, comunque, liquidino dopo molto tempo; il secondo è che dopo il primo anno e mezzo se non dovessimo trovare garanzie – il reddito di cittadinanza che percepiamo non lo è – , ci sfratterebbero. E siamo di nuovo al punto di partenza”.
E poi c’è l’alternativa delle case famiglia: “Sì, anche questo è vero. Ma perché distruggere dei nuclei famigliari? Andiamo d’accordo con i nostri mariti e poi al comune tenerci in una casa alloggio costerebbe 150 euro al giorno, lo sanno? Saremmo una spesa di 24 mila euro al mese, praticamente”.
Quindi che soluzione proponete? “Beh – dice il marito di un’altra -, la verità è che nel centro storico ci sono tantissime case abbandonate di proprietà del Comune che potrebbero darci. Lo sappiamo che molte sono inagibili, ma abbiamo buona volontà: non ci perderemmo nulla a sistemarle e a pagare anche una percentuale al comune per stare lì. Vogliamo fare le cose in regola, ma ci dobbiamo venire incontro”.
La situazione qui com’è? “Dal 10 gennaio scorso siamo senz’acqua – ci dicono mentre mostrano degli enormi boccioni in plastica -: riempiamo questi dalla fontana e ci siamo attrezzati come meglio possiamo. Per il resto qui è terra di nessuno. Sono sei mesi che hanno lasciato un’auto all’ingresso senza ruote, la sera qui è tutto buio, sono state rotte le telecamere, si ruppe pure il cancello e di notte hanno persino rubato la pompa d’acqua d’emergenza: se qui ci dovesse essere un incendio, chissà come lo dovranno spegnere! E poi siamo stati tante volte prede per i ladri di ferro e li abbiamo sempre cacciati perché volevano rubare ringhiere e persiane”.
Una cosa è certa e l’hanno ribadita: “La crisi del “Maria Cristina” non l’abbiamo creata noi. Questo immobile era abbandonato da un anno, solo l’anno scorso hanno risolto la crisi dei lavoratori e noi siamo qui dal 14 agosto 2017. Nonostante il Tribunale per i Minori ha detto che siamo dei bravi genitori e che i nostri figli stanno bene, di certo non vogliamo farli vivere qui, vorremmo offrire loro una casa normale. Ci aiutate a cercarla?”.
Così li salutiamo. E’ la seconda volta che andiamo a trovarli, ci siamo promessi che la terza sarà per una buona notizia: lo speriamo tutti.