DAL CORDINAMENTO PIU’-SI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“All’indomani della propria nomina, il Sindaco, figura in cui avevamo riposto estrema fiducia, tanto da abbandonare per l’unità del centro-sinistra il nostro percorso politico iniziale, si era fatto garante non solo del rispetto delle pari opportunità, ma anche della pari dignità alle formazioni politiche che erano rappresentate da almeno un consigliere comunale.
Ci eravamo illusi di essere in prima linea nel perseguire gli obiettivi del programma elettorale che ci ha visti parte attiva nella stesura, insieme a pochi altri soggetti della coalizione.
Il programma elettorale è stampato nella nostra memoria, perché è parte integrante del nostro pensiero politico, frutto non di una mera elencazione ma di un processo partecipativo che ha visto il coinvolgimento di quella parte della popolazione cittadina stanca di false promesse.
Il primo segnale negativo contro la nostra lista è stato quello di impedire, per “motivi di opportunità” in considerazione della lunga militanza con la precedente amministrazione, la candidatura ad una delega assessorile del nostro consigliere eletto. “Fornitemi un elenco di candidati per una delega”, ci venne richiesto!
Abbiamo selezionato tre uomini e ben sette donne, tutte figure altamente specializzate e competenti nei diversi ruoli, oggi occupati da altri nella composizione della giunta comunale. Nulla di fatto, la decisione era già stata presa sin da tempo.
La logica dei numeri elettorali anche questa volta ha avuto prevalenza sulle esplicite e indispensabili competenze.
Ma la domanda che ci si è posti è questa: perché non formalizzare sin dall’inizio il criterio fissato da quel politico democristiano che nel 1968 inventò il cosiddetto manuale Cencelli?
Forse lo avremmo accettato, perché non saremmo rimasti gli unici ad essere esclusi da questa spartizione di incarichi basata su interessi politici limitati anziché sul merito.
I borbottii delle formazioni politiche di maggior peso hanno prevalso sul buon senso e così nasce il caso politico anche con un partito nazionale quale Sinistra Italiana che si era gemellato con la lista civica PIÙ Bitonto.
Tenere fuori dal governo cittadino la sola lista PIÙ-SI, a vantaggio delle liste dell’ex primo cittadino – sono tre le deleghe assessorili ottenute-, significa di fatto allontanarci dalle scelte di governo e così l’unità del centro-sinistra è ancora una volta pura utopia a Bitonto.
Cosa faremo? Essendo liberi da ogni vincolo di governo, saremo acuti osservatori dell’operato della giunta comunale e ogni atto, provvedimento, indirizzo politico contrario al programma elettorale sarà valutato singolarmente.
La nostra sarà un’azione politica metodologica, basata su approcci di natura giuridica e tecnica, giammai basata solo sul tentativo di ostacolare l’adozione o di condizionare il processo di formazione dei contenuti delle decisioni”.