Un Peppino impegnato nel portare avanti le sue idee, cacciato di casa dal padre, pronto a farsi beffe dei mafiosi, ma anche ironico, capace di regalare ai bambini carnevali alternativi, improvvisandosi sputafuoco.
Il ritratto di Peppino Impastato, tratteggiato da suo fratello Giovanni, è quello di un uomo comune, ben lontano da quello dell’eroe da tutti conosciuto.
Perché “più che di eroi, abbiamo bisogno di punti di riferimento”. “Gli eroi possono apparire irraggiungibili – spiega Giovanni Impastato -. Si pensa che lui ha avuto tanto coraggio, noi non siamo in condizioni di farlo e ci godiamo questa icona, standocene a casa. Ma non deve passare questo ragionamento. Queste persone che con il loro sacrificio hanno tentato di costruire un paese migliore, devono essere toccate con mano e non dobbiamo allontanarci da loro. Credo che questo sia il migliore modo per poter andare avanti e credo anche per sconfiggere la mafia”.
E allora il modo migliore è alimentarne il ricordo, come fatto ieri e come succederà anche oggi a Bitonto.
Giovanni Impastato è stato infatti ospite dell’ITES “Vitale Giordano” per commentare con i ragazzi il film “Felicia Impastato” e poi con il sindaco Michele Abbaticchio ha percorso le vie del centro storico e della 167.
“In questi anni, abbiamo ricordato Peppino Impastato con le luminarie antimafia e poi con il murales alla Casa della Musica – ha commentato il nostro primo cittadino -. Oggi abbiamo avuto l’occasione innanzitutto per mostrarli a Giovanni, ma soprattutto per godere della sua presenza, parlando di quello che abbiamo fatto di quello che ci sarà ancora da fare”.
“Non è la prima volta che io vengo da queste parti in Puglia – ha spiegato Giovanni -. Ci ritorno volentieri perché noto molta sensibilità e molto interesse, non solo per la storia di Peppino ma anche per quanto riguarda l’impegno sulla legalità e sulla giustizia sociale”.
“Le luminarie della legalità mi hanno emozionato tantissimo, perché ho rivisto le frasi di alcune vittime di mafia, in particolare quella di Peppino “La mafia uccide, il silenzio pure”, e questo significa che abbia stiamo lavorando bene, ma soprattutto stiamo cercando gli alimentare la memoria. Perché la memoria storica è fondamentale: un Paese senza memoria non può mai avere un futuro”.
“Lo facciamo per i giovani, per le nuove generazioni, che hanno bisogno di questi messaggi, che non sono soltanto messaggi politici, messaggi di lotta, di impegno civile ma educativi”.
Giovanni Impastato, questa mattina, sarà a Bari per commentare con Avviso Pubblico e la Città Metropolitana di Bari la relazione della DIA e questa sera alle 19 al Teatro Traetta per presentare il suo libro “”Mio fratello. Tutta una vita con Peppino” (edito da Libreria Pienogiorno).