Il 20 giugno è stata celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Rifugiato, ricorrenza annuale istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di chi fugge da guerre e persecuzioni, lasciandosi alle spalle gli affetti e tutto ciò che, un tempo, era parte della sua vita.
In Italia dal 2001 è attivo il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), composto dalla rete degli enti locali che, con il prezioso contributo delle realtà del terzo settore, realizzano interventi di accoglienza per quanti arrivano sul territorio italiano in cerca di protezione internazionale. A Bitonto il progetto territoriale di accoglienza è attivo dal 2011 ed è realizzato dalla Società Cooperativa Sociale Auxilium, in partenariato con il Comune di Bitonto e mette a disposizione dello Sprar 86 posti in accoglienza, destinati a rifugiati e richiedenti asilo.
«Oggi si è deciso di festeggiare il rifugiato in questo luogo che dà un senso di appartenenza e familiarità a bambini e genitori che, partecipando a queste iniziative, si sentono a casa. Il rifugiato che si sente a casa» spiega Angela Mancazzo, presidente della Cooperativa Sociale Scuola Materna Sant’Antonio, in occasione della manifestazione svoltasi nella Scuola dell‘Infanzia Paritaria “Sant’Antonio”: «I bambini si integrano facilmente tra loro. Non si fanno problemi per le differenze. Sono piuttosto i genitori e noi ci auguriamo, con le nostre iniziative, di vincere queste resistenze».
Le attività svolte dalla cooperativa Auxilium, illustrate dall’assistente sociale Luana Costa, vanno dall’assistenza socio-sanitaria e psicologica dei rifugiati al supporto legale, dai corsi di alfabetizzazione ad iniziative per l’inserimento socio-economico.
Corsi di alfabetizzazione tenuti a insegnanti come Doriana Saltarelli, sempre della Cooperativa Auxilium, che spiega come si cerchi di far integrare queste persone pensando anche ai bambini, «perché pensiamo siano loro il futuro e, quindi, cerchiamo di farli integrare nel tessuto sociale, coinvolgendo e accompagnando in questo percorso di mediazione anche le famiglie».
Al progetto collabora anche la Cooperativa Eughenia che, tramite Teresa Sgaramella, spiega come le attività proposte facciano leva sulle fragilità dei bambini affinchè si aiutino a vicenda: «Cerchiamo di farli conoscere tra loro, facendoli giocare insieme».