“Ognuno è stupido. Ma se si giudica un pesce dalle sue abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la vita a credersi stupido”.
Con queste parole di Albert Einstein, il dott. Marco De Caris, supervisore esperto in trattamenti per l’autismo, ha esemplificato, durante l’incontro che si è tenuto, giovedì, presso la Sala degli Specchi, un particolare approccio che si dovrebbe avere con chi è affetto dalla sindrome di Kanner.
Che si tratti di bambini o adulti, «è necessario entrare in punta di piedi nel loro mondo – ha commentato Antonella Robortaccio, Presidente della Società Cooperativa Sociale “Solidarietà” e moderatrice dell’incontro – e la presa in carico, subitaneamente, di quella che è la loro vita».
Quello dell’autismo è un tema molto importante e complesso, soggetto a continue innovazioni e ricerche. Il 2 aprile è ricorsa la X giornata mondiale per la consapevolezza di tale disturbo neuro-psichiatrico e Bitonto, come tutte le città, si è tinta di blu.
Blu come il cielo quand’è sereno, come l’acqua del mare, la coccarda della nascita d’un bambino o, per l’appunto, la tinta enigmatica –secondo quanto affermato dai promotori della Giornata per l’autismo- che risveglia il desiderio di conoscenza e sicurezza.
«Bitonto, in tal ambito, collabora con Palo del Colle ed è candidata – ha dichiarato il Sindaco Michele Abbaticchio – a “Cat autismo” dell’area metropolitana di Bari, scelta condivisa da noi con la rete di volontariato rivolta all’Asl, per il processo di riconversione ospedaliera e nel tentativo di favorire la specializzazione in campo sul nostro territorio».
«Per di più, in merito all’autismo è in corso un progetto di innovazione tecnologica e di ricerca nel Politecnico di Bari. Nei prossimi mesi, verrà inaugurato il centro tecnologico metropolitano che insieme all’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia svilupperà la possibilità di applicare le Virtual Rooms nel percorso educativo dei bambini con spettro autistico».
Molto numerosi sono i casi che sono stati registrati, oltre 230, e anche se le risorse sono esigue, le prospettive future sono positive per la continua innovazione dei mezzi a disposizione e la formazione dei docenti e operatori che se ne occupano.
«Bisogna far rete – ha aggiunto il dott. Giuseppe De Rosa, direttore del Distretto socio-sanitario di Bari -. Noi puntiamo all’integrazione dei soggetti con spettro autistico e accogliamo, con piacere, la sfida del Cat dell’area metropolitana».
Quest’ultima è partita dopo l’approvazione del regolamento della Regione Puglia (http://bit.ly/2nMlbFD).
L’obiettivo cardine che ciascuno deve avere è quello di riuscire a cogliere, oltre che le difficoltà, anche i punti di forza di questi bambini o adulti e su questo lavorare.
In base al soggetto, l’approccio è diverso: soprattutto, se si tratta di un bambino bisogna cercare di abilitarlo a qualcosa che di solito vien naturale e nel caso, invece, di un adulto si deve guardare la qualità della sua vita e puntare a renderlo indipendente.
La proposta del prof. Giuseppe Elia, operante nel Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione, è quella di «adottare la metodologia della narrazione, perché tale pratica è connaturata in noi. Bisogna essere attrezzati perché questi ragazzi non chiedono solo azioni di socializzazione, ma anche competenze. Più importante, però, è prendere consapevolezza delle problematiche».
In questo, si è trovato concorde il dott. Giuseppe Cipolla, responsabile del servizio N.P.I.A. di Bitonto-Asl Bari: «abbiamo attivato diversi corsi di formazione, l’ultimo a dicembre. Bisogna, però, responsabilizzarsi, puntare alla gestione diretta del pubblico, all’integrazione e a dare risposte uniformate alle famiglie».