“Sono una cattolica praticante e amante delle tradizioni. Mi piacciono le processioni, mi piacciono i fuochi d’artificio, le bande in giro per il paese, le luminarie. Detesto, però, dovermi svegliare ogni domenica mattina d’estate con il cuore in gola a causa dei botti. Sono così forti che mi sembra di averli in casa, soprattutto perché ci sorprendono all’improvviso, nel sonno”.
È la denuncia di una cittadina, ma di molti altri uniti a questo coro che proprio la scorsa domenica, con l’inizio della bella stagione e le finestre aperte si sono ritrovati ad essere svegliati di soprassalto dai fuochi d’artificio, nell’unico giorno in cui la gente non ha la sveglia puntata per andare a lavoro.
“Adesso ho anche un neonato in casa e non ho modo di proteggerlo, anche lui si sveglia di soprassalto, magari si è addormentato appena che un’ora prima e riuscire a calmarlo e farlo riaddormentare non è facile”.
E arriva la proposta: “Non si potrebbero posticipare ad un orario più adeguato, quando la città è ormai sveglia? Capisco la tradizione di dare inizio alla festa ma fino a che questo non lede il mio diritto di riposare, almeno la domenica. La libertà di chi vuole i fuochi finisce dove comincia la mia libertà di riposare in santa pace”.
Ecco, però pare che i fuochi del mattino sono quelli che annunciano il dì di festa: “Tempo stesso scrupolosamente decidemmo di sparare intorno alle otto, ma alcuni parroci ebbero da ridire, perché venivano esplosi mentre dicevano messa – chiarisce un operatore del settore -. Dunque obbligarono alcune confraternite a non farli più, altri invece hanno deciso di anticipare prima della prima messa per cui praticamente si arriva alla sette più o meno”.
Ma c’è chi ha anche proposto l’abolizione: “A loro
rispondiamo che questa è un’arte, secolare, perché i fuochi nascono praticamente nel medioevo e si sviluppano con l’invenzione della polvere nera. Anni fa, quando non c’era inquinamento acustico, i rumori o i botti si sentivano ancora di più. Il fatto è che oggi è cambiata la sensibilità che si ha verso le tradizioni, verso la pietà popolare o verso qualcosa che fa parte del tessuto sociale della nostra terra”.
Ma non solo: “L’indotto delle feste e dei fuochi pirotecnici in particolare fa un fatturato notevole. Se si vietassero i fuochi, ci sarebbero automaticamente almeno tre famiglie che non riuscirebbero a mettere un piatto in tavola”.
Quindi, una buona soluzione sarebbe accordarsi su un orario più consono per tutti, magari dopo le liturgie.
Ma oltre ai fuochi delle prime luci dell’alba, ci sono anche quelle delle sale ricevimento, quelle della malavita: come distinguerli?
“Il posto in cui vengono esplosi dice tutto: se sono esplosi dal campo Rossiello sono autorizzati, quello è l’unico posto idoneo e riconosciuto dalla commissione tecnica per gli esplosivi della prefettura di Bari nel 2010 (anno in cui è cambiata la normativa). Tutti gli altri fuochi, sparati in luoghi diversi sono, quindi, non sono autorizzati”, chiariscono.