Nessuna luminaria a contornare l’ingresso alla città vecchia o a colorare Corso Vittorio Emanuele. Solo un faro, una luce bianca, ad illuminare Porta Baresana e la statua della Vergine Immacolata posta in alto.
Seppur meno agghindata del solito, la città ha comunque voluto onorare la sua Patrona e rievocare il miracolo che Ella compì nel 1734.
L’emergenza Coronavirus non ha infatti spento la voglia del Comitato Feste Patronali che si è adoperato per realizzare un programma a prova di misure anticontagio.
La Festa, già anticipata dai contest digitali Giò Madonnari 2.0, altari mariani e dal concorso letterario, è entrata nel vivo lunedì alle 8.30 con la santa messa nella Basilica dei Santi Medici, presso l’altare del miracolo, celebrata dal vicario vescovile don Gianni Giusto, e da don Vito Piccinonna, parroco rettore del Santuario.
Ieri invece il tradizionale scoprimento del quadro del miracolo che, proprio al fine di evitare assembramenti, si è tenuto all’alba.
Alle 8, lo scampanio delle chiese di Bitonto ha dato il via all’invocazione alla Vergine di don Ciccio Acquafredda, parroco della Cattedrale. A Maria sono state inoltre dedicate la “Preghiera alla Vergine” di Dante recitata da Raffaello Fusaro e il canto del “Magnificat” eseguito dal soprano Anna Lacassia.
In serata, poi, la Messa Solenne presieduta da Mons. Francesco Cacucci. Insieme a lui, i parroci della città e i rappresentanti delle nostre confraternite, tutti ben distanziati. Come i fedeli, seduti tra i banchi della chiesa o nell’episcopio, dove è stato possibile seguire la messa grazie ad un televisore collegato.
Una cerimonia, dunque, più intima, rispetto agli anni passati, ma comunque importante per onorare e invocare ancora la nostra Patrona.
“Oggi abbiamo bisogno di recuperare la festa, collegandola a Maria, custode non solo di Bitonto e dei suoi figli, ma anche della Pace – ha ricordato nell’omelia l’Arcivescovo di Bari-Bitonto –. Pace intesa non solo come assenza di guerre, ma come presenza di ogni bene”.
Per il vicario episcopale don Gianni Giusto, in questo periodo di emergenza, è anche necessario “ringraziare la Vergine e il Signore per averci custodito”.
Da lui il plauso al Comitato per l’impegno profuso nel celebrare la Patrona anche in un momento così difficile. Apprezzato anche il supporto offerto dall’amministrazione, guidata da Michele Abbaticchio che ha simbolicamente consegnato le chiavi della città a Maria Santissima Immacolata.
Al termine della celebrazione, l’ode laica alla Madonna, affidata a Raffaello Fusaro con il suo recital “sempre pronta a darci una mano, a contagiarci della sua speranza… preghiera a Maria”.
Il presidente del Comitato, Nicola Pice, e il sindaco hanno poi premiato i vincitori del concorso letterario riservato agli alunni delle scuole elementari e medie inferiori.
Primi classificati rispettivamente per la 5^ della scuola primaria e per la 1^ e 2^ media sono stati Vincenzo Brattoli, Daniele De Ruvo e Simone Posa.
La bravura dei piccoli artisti, partecipanti ai Giò Madonnari 2020, ha spinto invece l’organizzazione a non scegliere ma a dichiarare tutti vincenti.