La città si sveglia all’alba, per le strade il silenzio si rompe con il rumore dei passi di chi ha una storia di speranza da ricordare nella lunga giornata che l’aspetta.
C’è chi torna, a Bitonto, ancora una volta da circa quarant’anni e chi non ha mai smesso di entrare nella Basilica della sua città, quella dei due santi anargiri Cosma e Damiano.
Nella terza domenica d’ottobre, suonano le campane dopo la messa celebrata per i fratelli medici, volano palloncini in piazza XVI Maggio ed iniziano a intonarsi canti e preghiere che rendono fratelli un’intera comunità nella solenne processione.
Si scorge commozione negli occhi di chi vive profondamente questo momento religioso, passo dopo passo.
Emozionante lo è stata, soprattutto, la sosta che i portatori hanno fatto in piazza Caduti del Terrorismo dove i bambini hanno potuto toccare le statue dei due anargiri e dove un grande applauso avrà raggiunto anche la povera Anna Rosa Tarantino, uccisa lì lo scorso 30 dicembre. È il primo anno che manca a tale solenne processione.
Storie di dolori e speranze quelle dei pellegrini giunti da ogni dove, a Bitonto, per compiere un gesto di devozione e pietà verso i SS. Medici Cosma e Damiano.
«E’ molto bella e sentita questa processione -ha dichiarato don Vito Piccinonna-, sono tanti i giovani che partecipano, gli anziani, i malati, le persone diremmo sane, quasi insomma tutto il popolo di Dio si fosse radunato, non ci sono differenze perché la fede accomuna sempre non divide mai».
Quest’anno, si celebra il 25esimo anniversario della Fondazione Opera Santi Medici, il cui atto costitutivo venne firmato da Mons. Magrassi il 18 novembre 1993.
Frattanto, in Argentina è volto al termine il centenario della festa dei Santi Medici, culto portato nel continente americano dai nostri antenati.
«I Santi non ci portano nel passato, ma ci immettono nel futuro. Per amarli non basta una processione. È solo un inizio, poi siamo chiamati da domani a testimoniare nella vita quotidiana questo grande amore».
«Oltre al 25esimo anniversario della Fondazione, la cui opera fu voluta da don Ciccio Savino, ricorre quest’anno il centenario del culto portato a Buenos Aires dai nostri antenati. Con i nostri amici argentini ci sentiamo periodicamente e in processione è stato presente il presidente della loro confraternita dei SS. Medici. Questo ci testimonia che l’amore verso Dio e i Santi non ci rinchiude, ma ci spalanca alle dimensioni del mondo».