Arrivano, sporcano e vanno via.
La gioventù bitontina non ha alcun rispetto per la città, abita i marciapiedi e le stradine del centro, ma anche delle periferie, come fossero locali usa e getta.
Anzi, usa e basta.
Perché quello che consumano, dai cartoni delle pizze alle bottiglie delle birre (quando va bene) resta tutto lì.
I dolori restano ai cittadini che abitano quei luoghi che, al mattino, si vedono costretti a ripulire tutto.
Compresi gli escrementi -nel vero senso della parola- che spalmano qui e là per dispetto.
Sì, perché se malauguratamente qualcuno dovesse affacciarsi per dire di fare meno rumore, di allontanarsi un po’ o di ripulire, non accettando il rimprovero, decidono di vendicarsi come possono.
Dagli specchietti delle auto alle feci sui citofoni, dalle bottiglie rotte contro i muri alle scritte sui portoni, fino all’urina sparsa sulla soglia della porta.
“Queste cose accadono in pieno centro. Spesso sono pure figli di professionisti, studenti, persone cresciuti in situazioni di benessere da cui ti aspetti un comportamento rispettoso – confessano alcuni cittadini-. Invece sono pronti a bestemmiarti contro e a trovare mezzucci per far valere la loro supremazia sulla cosa pubblica“.
La città si ama e si rispetta a partire dalle piccole cose: non è nemmeno giusto generalizzare, perché ci sono, invece, tanti ragazzi che si occupano e preoccupano del territorio, ma i cui sforzi vengono vanificati da questi gesti incommentabili.