“Nuovo sopralluogo, questa mattina, nel Pta di Bitonto, per verificare le condizioni del server del Laboratorio di Analisi, bloccato ormai da dieci giorni. La scorsa settimana sono intervenuto recandomi sul posto e scrivendo un’interrogazione al presidente Emiliano. Questa mattina sono tornato di nuovo nell’ex ospedale di Bitonto e ho potuto constatare che i tecnici informatici dell’Asl Bari, coordinati dall’ingegner Cisternino responsabile dell’unità operativa Analisi del sistema informatico, erano al lavoro. I primi referti degli esami di laboratorio sono stati stampati e consegnati ai pazienti, ma si sta ancora lavorando per rimettere a regime il sistema e rendere operativi tutti i macchinari del laboratorio”. Così Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.
“Oggi ho anche incontrato – aggiunge – la dottoressa Squicciarini, direttore del distretto sanitario Ba/3 a cui fa capo il Pta di Bitonto, per fare il punto sugli impegni che ha assunto formalmente nel corso dell’audizione in Commissione Sanità del Consiglio regionale, tenutasi su mia richiesta il 4 luglio scorso. In quell’occasione fu esaminato e condiviso anche un mio documento, nel quale venivano elencate tutte le urgenze da risolvere per garantire l’operatività del presidio territoriale di assistenza bitontino”.
“Promessa mantenuta riguardo alla riattivazione dell’ambulatorio di diabetologia, che – fa sapere Damascelli – da oggi riprende ad operare full time, anche con servizio day service, quattro giorni a settimana. il medico responsabile (specialista anche in pneumologia) il quinto giorno presterà servizio nell’ambulatorio di pneumologia, nelle more dell’arrivo di un nuovo medico, in modo da consentire il ripristino di un servizio fermo ormai da marzo 2018, a seguito del pensionamento del responsabile mai sostituito. È stato dato seguito anche all’impegno di assumere un nuovo tecnico radiologo, ma per assicurare la piena funzionalità del servizio manca ancora un medico specialista che sostituisca quello in pensionamento”.
“Si tratta dei primi passi – commenta il consigliere Fi – di un lungo cammino verso la vera riconversione dell’ex ospedale in pta. Un percorso che la dottoressa Squicciarini ha dichiarato di condividere e di voler portare avanti, e per cui mi batterò con tutte le forze affinché sia concretamente realizzato. Le tappe più urgenti sono l’incremento del personale medico, infermieristico e ausiliario; l’attivazione di un presidio di vigilanza per filtrare gli ingressi, a tutela della sicurezza dei pazienti e del personale, e per scoraggiare furti e bivacchi; un’adeguata dotazione strumentale e ferristica. C’è poi un problema logistico burocratico da risolvere: l’impossibilità di utilizzo del nuovo ingresso pedonale su via Comez, a servizio dei pazienti con ridotta capacità motoria, ma per questo è necessario che il Comune preveda stalli ad hoc sulla strada”.
“Priorità assoluta – prosegue – va data agli interventi strutturali di recupero e riqualificazione degli ambienti in abbandono o fatiscenti, utilizzando gli oltre 5 milioni di fondi Fesr stanziati e inutilizzati. La dottoressa Squicciarini ha annunciato di voler acquisire lo studio di fattibilità già pronto, per poterlo valutare ed aggiornare. Incalzerò la direzione generale Asl affinché si passi finalmente dalle carte al cantiere”.
“Con il direttore del DSS – continua – ho condiviso inoltre la necessità di implementare e dare organicità da subito ai servizi sanitari erogati dal pta bitontino, come l’accompagnamento dei pazienti diabetici in un percorso diagnostico terapeutico assistenziale completo, o l’operatività h12 di entrambe le sale operatorie allargando la possibilità d’intervento alla chirurgia vascolare e oculistica. Proposte che ma spero siano attuate, ma da subito è necessario ripristinare ciò che è stato chiuso. Questi progetti possono essere messi in cantiere, ma non prima di aver ripristinato e garantito la piena operatività dei servizi via via depotenziati o dismessi”.
“Prima della ciliegina – conclude Damascelli – vogliamo la torta che ci è stata portata via, pezzo dopo pezzo, da una gestione miope della sanità pubblica pugliese, che aveva promesso servizi di prossimità più capillari ed efficienti, a risarcimento degli ospedali chiusi”.