Continuano le indagini per smascherare 25 dentisti evasori fiscali, per la maggior parte della provincia di Bari e tra questi uno è di Bitonto. Sono finiti nel mirino della Guardia di finanza (Gdf) insieme a un ingegnere informatico di Palo del Colle che avrebbe messo a punto un software con il quale i professionisti sarebbero riusciti a nascondere gli incassi a nero della loro attività.
È stato, però, richiesto ancora un po’ di tempo per continuare e concludere gli accertamenti con cui stabilire se i sospetti di raggiro fiscale siano fondati per tutti. La Procura di Bari ha ottenuto, infatti, dalla gip Paola Angela De Santis una proroga di ulteriori sei mesi per proseguire le indagini preliminari coordinate dalla pm Luisiana Di Vittorio e aperte formalmente a luglio del 2021. Ma sulle tracce dei 26 sospettati la Gdf lo era da molto tempo prima, dopo una verifica fiscale fatta nei confronti di un medico che avrebbe omesso di versare all’Erario una parte delle tasse dovute. Così gli investigatori sono risaliti al software e hanno ricostruito la rete dei professionisti alla quale quel programma era stato fornito. Si tratta per la maggior parte di odontoiatri della provincia di Bari tra cui Bitonto, ma anche di Gravina, Polignano, Altamura, Gioia del Colle, Alberobello, Noci, Conversano, Rutigliano, Noicattaro. Nei loro studi, nei mesi scorsi, sono state fatte delle perquisizioni dalla Gdf, su delega della Procura. La pm ha, poi, incaricato un consulente informatico per analizzare i supporti sequestrati: hard disk, pen drive e memorie esterne. L’obiettivo dell’inchiesta è capire chi ha usufruito del software Suite Medical Gold, poi diventato Suite Medical Cloud per mascherare la contabilità da non dichiarare al fisco. I prossimi sei mesi saranno fondamentali per gli accertamenti tecnici e per raccogliere le testimonianze dei clienti, già convocati. Per il reato ipotizzato, si prevede, secondo l’articolo 3 del decreto legge 74/2000, una pena che va da 3 a 8 anni di reclusione.
Continuano le indagini per smascherare 25 dentisti evasori fiscali, per la maggior parte della provincia di Bari e tra questi uno è di Bitonto. Sono finiti nel mirino della Guardia di finanza (Gdf) insieme a un ingegnere informatico di Palo del Colle che avrebbe messo a punto un software con il quale i professionisti sarebbero riusciti a nascondere gli incassi a nero della loro attività.
È stato, però, richiesto ancora un po’ di tempo per continuare e concludere gli accertamenti con cui stabilire se i sospetti di raggiro fiscale siano fondati per tutti. La Procura di Bari ha ottenuto, infatti, dalla gip Paola Angela De Santis una proroga di ulteriori sei mesi per proseguire le indagini preliminari coordinate dalla pm Luisiana Di Vittorio e aperte formalmente a luglio del 2021. Ma sulle tracce dei 26 sospettati la Gdf lo era da molto tempo prima, dopo una verifica fiscale fatta nei confronti di un medico che avrebbe omesso di versare all’Erario una parte delle tasse dovute. Così gli investigatori sono risaliti al software e hanno ricostruito la rete dei professionisti alla quale quel programma era stato fornito. Si tratta per la maggior parte di odontoiatri della provincia di Bari tra cui Bitonto, ma anche di Gravina, Polignano, Altamura, Gioia del Colle, Alberobello, Noci, Conversano, Rutigliano, Noicattaro. Nei loro studi, nei mesi scorsi, sono state fatte delle perquisizioni dalla Gdf, su delega della Procura. La pm ha, poi, incaricato un consulente informatico per analizzare i supporti sequestrati: hard disk, pen drive e memorie esterne. L’obiettivo dell’inchiesta è capire chi ha usufruito del software Suite Medical Gold, poi diventato Suite Medical Cloud per mascherare la contabilità da non dichiarare al fisco. I prossimi sei mesi saranno fondamentali per gli accertamenti tecnici e per raccogliere le testimonianze dei clienti, già convocati. Per il reato ipotizzato, si prevede, secondo l’articolo 3 del decreto legge 74/2000, una pena che va da 3 a 8 anni di reclusione.
Continuano le indagini per smascherare 25 dentisti evasori fiscali, per la maggior parte della provincia di Bari e tra questi uno è di Bitonto. Sono finiti nel mirino della Guardia di finanza (Gdf) insieme a un ingegnere informatico di Palo del Colle che avrebbe messo a punto un software con il quale i professionisti sarebbero riusciti a nascondere gli incassi a nero della loro attività.
È stato, però, richiesto ancora un po’ di tempo per continuare e concludere gli accertamenti con cui stabilire se i sospetti di raggiro fiscale siano fondati per tutti. La Procura di Bari ha ottenuto, infatti, dalla gip Paola Angela De Santis una proroga di ulteriori sei mesi per proseguire le indagini preliminari coordinate dalla pm Luisiana Di Vittorio e aperte formalmente a luglio del 2021. Ma sulle tracce dei 26 sospettati la Gdf lo era da molto tempo prima, dopo una verifica fiscale fatta nei confronti di un medico che avrebbe omesso di versare all’Erario una parte delle tasse dovute. Così gli investigatori sono risaliti al software e hanno ricostruito la rete dei professionisti alla quale quel programma era stato fornito. Si tratta per la maggior parte di odontoiatri della provincia di Bari tra cui Bitonto, ma anche di Gravina, Polignano, Altamura, Gioia del Colle, Alberobello, Noci, Conversano, Rutigliano, Noicattaro. Nei loro studi, nei mesi scorsi, sono state fatte delle perquisizioni dalla Gdf, su delega della Procura. La pm ha, poi, incaricato un consulente informatico per analizzare i supporti sequestrati: hard disk, pen drive e memorie esterne. L’obiettivo dell’inchiesta è capire chi ha usufruito del software Suite Medical Gold, poi diventato Suite Medical Cloud per mascherare la contabilità da non dichiarare al fisco. I prossimi sei mesi saranno fondamentali per gli accertamenti tecnici e per raccogliere le testimonianze dei clienti, già convocati. Per il reato ipotizzato, si prevede, secondo l’articolo 3 del decreto legge 74/2000, una pena che va da 3 a 8 anni di reclusione.
Continuano le indagini per smascherare 25 dentisti evasori fiscali, per la maggior parte della provincia di Bari e tra questi uno è di Bitonto. Sono finiti nel mirino della Guardia di finanza (Gdf) insieme a un ingegnere informatico di Palo del Colle che avrebbe messo a punto un software con il quale i professionisti sarebbero riusciti a nascondere gli incassi a nero della loro attività.
È stato, però, richiesto ancora un po’ di tempo per continuare e concludere gli accertamenti con cui stabilire se i sospetti di raggiro fiscale siano fondati per tutti. La Procura di Bari ha ottenuto, infatti, dalla gip Paola Angela De Santis una proroga di ulteriori sei mesi per proseguire le indagini preliminari coordinate dalla pm Luisiana Di Vittorio e aperte formalmente a luglio del 2021. Ma sulle tracce dei 26 sospettati la Gdf lo era da molto tempo prima, dopo una verifica fiscale fatta nei confronti di un medico che avrebbe omesso di versare all’Erario una parte delle tasse dovute. Così gli investigatori sono risaliti al software e hanno ricostruito la rete dei professionisti alla quale quel programma era stato fornito. Si tratta per la maggior parte di odontoiatri della provincia di Bari tra cui Bitonto, ma anche di Gravina, Polignano, Altamura, Gioia del Colle, Alberobello, Noci, Conversano, Rutigliano, Noicattaro. Nei loro studi, nei mesi scorsi, sono state fatte delle perquisizioni dalla Gdf, su delega della Procura. La pm ha, poi, incaricato un consulente informatico per analizzare i supporti sequestrati: hard disk, pen drive e memorie esterne. L’obiettivo dell’inchiesta è capire chi ha usufruito del software Suite Medical Gold, poi diventato Suite Medical Cloud per mascherare la contabilità da non dichiarare al fisco. I prossimi sei mesi saranno fondamentali per gli accertamenti tecnici e per raccogliere le testimonianze dei clienti, già convocati. Per il reato ipotizzato, si prevede, secondo l’articolo 3 del decreto legge 74/2000, una pena che va da 3 a 8 anni di reclusione.