È sempre stata mia ferma convinzione che all’interno di una comunità non possano e non debbano esistere graduatorie di importanza di membri, rispetto alla zona di ubicazione. Sempre più spesso, si ascoltano le insopportabili retoriche delle istituzioni locali, ergersi e addirittura autoproclamarsi paladini delle riqualificazioni delle tanto vituperate periferie, ahimè sempre più spesso abbandonate.
Ho nutrito sempre la profonda convinzione che i cittadini onesti, che si fanno carico dei costi della collettività, siano tutti uguali dinnanzi alla comunità stessa. Con estremo rammarico ho dovuto constatare quanto in realtà le mie fossero mere illusioni. Nel merito: da diversi anni abito nella zona comunemente denominata “La Contessa”. Al netto di proclami di valorizzazione e bonifica, della zona, mi duole constatare una situazione di assoluto degrado igienico, divenuta ormai insostenibile.
È mia premura precisare che lungi da me, nella maniera più assoluta, avanzare una polemica di natura politica, pro o contro un’amministrazione piuttosto che un’altra o contro un simbolo partitico. Chiunque, dotato di un briciolo di senso civico, potrebbe constatare di persona quanto affermato: una illuminazione pressoché assente, che lascia terreno fertile a ripetuti tentativi di furto di auto, spesso sventati (a rischio e pericolo del mal capitato di turno), spesso andati a segno (con buona pace della vittima del furto); un manto stradale precario, “rizollato” esclusivamente in occasioni di appuntamenti elettorali e che sistematicamente dopo le prime piogge cede di schianto, costringendo gli impavidi automobilisti ad effettuare manovre convulse al fine di non danneggia le autovetture; l’erba lungo il ciglio della strada Falcone e Borsellino, mai potata, se non in sporadiche occasioni che rendono impraticabili, anche i più banali tentativi di parcheggio.
Altresì non riesco francamente a comprendere come un’amministrazione pubblica possa permettere ad un’azienda privata, di ubicare un magazzino di attrezzature edili, in completo stato di abbandono, (con il muro perimetrale, adiacente ad una strada di pubblico utilizzo, che non rispetta le più elementari norme igieniche, senza cioè un minimo di strato di rivestimento), proprio a ridosso di un nuovissimo complesso abitativo (paradossalmente, costruito dall’impresa stessa).
Non credo serva una mente illuminata per intendere i disagi di natura igienica che quest’ultimo aspetto comporti: il segmento conclusivo di via F. Santoruvo è letteralmente invaso da insetti di ogni tipo nonché, in particolare, a partire da quest’anno da un numero incalcolabile di striscianti che hanno invaso finanche alcune unità abitative emanando uno sgradevole odore. Non è francamente accettabile che le istituzioni cittadine possano permettere quanto descritto in epigrafe, soprattutto, ripeto, dinnanzi a cittadini che sistematicamente si fanno carico delle tasse, anche comunali, ad essi imputate.
Il senso di abbandono ed impotenza è pressoché totale e, ritengo, che anziché collezionare candidature a ruoli più o meno prestigiosi, sarebbe lodevole erogare un servizio che rispetti quantomeno le basilari norme di civiltà e di igiene, indipendentemente dalle zone o dai quartieri in questione, poiché la dignità dei cittadini tutti dovrebbe essere preservata e rispettata. Spero che la presente possa smuovere innanzitutto le coscienze di Palazzo Gentile e conseguentemente degli organismi preposti alla risoluzione dei numerosi problemi di cui sopra.