Un nuovo caso di truffa ai danni di anziani a Bitonto. Verso mezzogiorno dell’altro ieri, una coppia di anziani è stata vittima di un inganno orchestrato da un sedicente avvocato. L’uomo ha contattato telefonicamente la coppia, affermando che il loro figlio era stato coinvolto in un grave incidente e che erano necessari cinquemila euro per evitare pesanti conseguenze legali. Preoccupati per il loro figlio, i due anziani hanno consegnato la somma richiesta al truffatore, che si è presentato al loro domicilio.
Questo episodio non è isolato. Nelle stesse ore, tentativi di truffa simili sono stati segnalati a Grumo e tre casi a Palo del Colle. In questi casi, il copione è stato leggermente diverso: un falso maresciallo dei Carabinieri ha telefonato a diverse coppie di ultraottantenni, chiedendo informazioni personali e paventando gravi incidenti che coinvolgevano i loro figli. Anche qui, la richiesta finale era di cinquemila euro, da consegnare a un complice che si presentava successivamente.
A Grumo, una coppia di anziani ha iniziato a sospettare del raggiro quando il marito, inviato al Comune per ritirare una presunta comunicazione urgente, ha scoperto che non vi era alcun documento per loro. Rientrando a casa, hanno scoperto che la loro figlia stava bene e hanno evitato di consegnare il denaro al truffatore, denunciando l’accaduto ai veri Carabinieri.
«Pronto? Sono un maresciallo dei Carabinieri, c’è una comunicazione urgente per lei da ritirare dal suo Comune».
La donna allarmata spinge il marito 85enne ad uscire per andare a ritirare il documento mentre, dall’altra parte della cornetta, il presunto maresciallo, intrattiene la donna al telefono con alcune domande.
«Lei ha figli, qualcuno vive con voi, sono sposati?» le chiede.
Il marito esce. L’anziana signora resta sola in casa, sempre convinta di parlare con un Carabiniere. Si lascia andare e qualche risposta gliela fornisce: «Sua figlia ha investito una donna, è molto grave, rischia la vita» aggiunge l’uomo provocando la reazione allarmata della donna.
«E mia figlia dov’è, come sta?» replica l’anziana signora in preda ad una profonda ansia. «Rischia il carcere – incalza – ma cinquemila euro da pagare subito basterebbero ad aprire la pratica e farla uscire».
Intanto torna il marito: «Al Comune non ci sono comunicazioni per noi».
Suona il citofono. Si avvicinano alla persiana e scorgono uno sconosciuto, altezza media, barba folta, pantalone e maglia nera, automobile bianca. Si tratta probabilmente del complice passato a ritirare il denaro. Riescono a mettersi in contatto con la figlia che li rassicura di stare bene. La coppia di anziani comprende definitivamente di essere vittima di una tentata truffa, non rispondono al citofono e decidono di rivolgersi ai Carabinieri, quelli veri, per sporgere denuncia.
Le autorità sono ora al lavoro per identificare i responsabili, esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze. Questo nuovo episodio di truffa sottolinea la vulnerabilità delle persone anziane e la necessità di una maggiore attenzione e protezione da parte delle comunità locali.