Il curatore fallimentare di “Tua Industries” Enzo Pacella ha depositato al Tribunale di Torino l’istanza di fallimento. È, questo, il colpo di grazia alle speranze dei 191 lavoratori della ex Om Carrelli di essere reintegrati. Con la “Tua Industries”, infatti, fallisce anche il progetto della L7, l’auto elettrica che avrebbe dovuto risollevare le sorti di quei lavoratori e che sarebbe dovuta essere totalmente “made in Puglia”, come fu solennemente annunciato alla Fiera del Levante, alla presenza delle istituzioni.
Una tegola sulla testa di lavoratori illusi e ingannati, su cui, come se tutto ciò non bastasse, hanno un’altra spada di Damocle sulla loro testa: quella della scadenza della cassa integrazione il prossimo 22 dicembre. Potrebbero ritrovarsi quindi senza lavoro e senza sostegno al reddito, con molti di loro che hanno famiglie da mantenere e lavori alternativi a cui hanno rinunciato in vista del reintegro promesso ma mai avvenuto.
Naturalmente sperano in una proroga, ma nulla di certo c’è all’orizzonte. Sulla questione, qualche giorno fa, Regione, sindaci e sindacati si sono incontrati. Ma non si è giunti ad alcun risultato, a causa dell’assenza del liquidatore Pacella, sostituito dal delegato Roberto Gastaldo che ha comunicato la notizia dell’istanza di fallimento. Il confronto è rinviato a martedì, quando sarà firmata la richiesta di proroga per un anno della cassa integrazione, da girare ai parlamentari pugliesi in modo che la inseriscano tra gli emendamenti che la Commissione bilancio della Camera vaglierà il 22 dicembre, in vista dell’ultimo atto prima dell’approvazione del Def.
Gli operai sono comprensibilmente sul piede di guerra. Nei giorni scorsi hanno manifestato sia davanti alla ruota panoramica sul lungomare di Bari che davanti alla sede del Consiglio Regionale pugliese. Il sindaco di Modugno Nicola Magrone pensa ad una denuncia nei confronti dell’azienda statunitense.
Nel frattempo, la task force regionale guidata da Leo Caroli è alla ricerca di un nuovo investitore, l’ennesimo, che sia interessato a rilevare lo stabilimento. La trattativa con i russi della Renova è fallita in quanto interessati ad un progetto di produzione più ampio di quel che può garantire il capannone tra Bari e Modugno. Altre manifestazioni di interesse finora non sono giunte.
Cosa ne sarà, dunque, del progetto della L7? Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, tra i sindacati c’è il sospetto che risorgerà. Non a Modugno. In qualsiasi altro posto dove non sarà necessario assumere 191 operai. Quasi fosse una manovra per sbarazzarsene.