Centoventimila euro da destinare alle attività di somministrazione di cibi e bevande (bar, pub, gelaterie, pasticcerie e ristoranti per intenderci) e ai gestori di palestre, piscine e impianti sportivi con sede legale e operativa nel territorio comunale costretti a chiudere parzialmente o totalmente le serrande causa la seconda ondata del covid 19 e il Dpcm del 24 ottobre scorso. Misure che si vanno ad aggiungere a quelle cosiddette “ristori” previste dal Governo.
Il Comune, come già annunciato settimane fa, scende in campo per dare un (piccolo) contributo a tutte quelle attività commerciali maggiormente colpite dall’emergenza pandemica, e lo fa mettendo sul piatto un contributo straordinario di 120mila euro, licenziato dalla Giunta su proposta del vicesindaco Rocco Mangini e dell’assessore al Bilancio Domenico Nacci il 29 dicembre.
Le risorse, a fondo perduto, saranno concesse una tantum ma soltanto dopo la pubblicazione di un Avviso Pubblico, e la presenza di alcuni requisiti fondamentali. Su tutti quello che il contributo “non potrà essere corrisposto qualora l’operatore economico che ha presentato istanza non sia in regola con l’iscrizione all’anagrafe dei Tributi locali e rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte, tasse e canoni di spettanza del Comune di Bitonto (TA.RI. non domestica, IMU, COSAP)”, così come si legge nella delibera apposita.
Da Palazzo Gentile fanno sapere, inoltre, che il contributo massimo concedibile per i pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande sarà di 1.500 euro, che scende a 1.000 euro per le palestre e le società sportive dilettantistiche. Ma non è tutto, perché si precisa, altresì, che il contributo “potrà essere suscettibile di riduzione in sede di riparto finale effettuato sulla base del numero di domande valide pervenute entro il termine di scadenza da fissarsi nell’apposito bando”.