A poche ore dalla firma, da parte del sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci, dell’ordinanza 135 che ha stabilito il divieto di estrazione e utilizzo dell’acqua proveniente dai pozzi entro un chilometro dall’ex discarica “Ecoambiente”, non sono mancate le reazioni da parte di associazioni ambientaliste e forze politiche. Reazioni che, sostanzialmente, accolgono con favore quanto stabilito, se pur con sottolineando la tardività di un provvedimento che, dicono, andava preso mesi o addirittura anni fa. Sin dal 2008, anno in cui la discarica fu chiusa, dice qualcuno.
«Non possiamo che accogliere positivamente la decisione adottata dal sindaco Ricci, che attendevamo da lungo tempo» è il commento di Giuseppe Cazzolla, referente di fare Verde Bitonto, che definisce l’ordinanza un atto legittimo, alla luce del principio di precauzione per la gestione del rischio «in quanto è evidente che l’attuale situazione avrebbe potuto arrecare danno ai cittadini e all’ambiente».
«Ora occorre vigilare sul rispetto dell’ordinanza e, procedere, senza indugio, alla bonifica del sito – conclude -. Quello che è successo alla discarica Ecoambiente (che abbiamo ricevuto in eredità politica e sociale) deve fungere da monito per tutti gli altri tentativi di saccheggio ambientale del nostro territorio».
Ad essere più critico è il parere dell’associazione Ambiente è Vita. Non per l’ordinanza in sé, ma perché è una decisione che si sarebbe dovuta tanti anni fa.
«Siamo molto felici della decisione del primo cittadino, ma è molto tardiva. Non arriva con sei mesi, ma con sedici anni di ritardo. Doveva essere presa nel 2009 – commenta Mariantonia Retto, presidente del sodalizio ambientalista -. Già allora fu firmata una ordinanza simile, la numero 53, a seguito di alcune analisi condotte dall’Arpa che riscontrarono tracce di materiali inquinanti, tra tutti l’arsenico, in tre pozzi presi a campione. Ordinanza che è ancora in vigore, tanto che i tre pozzi sono ancora sigillati. È a seguito di quel riscontro di sedici anni fa che andava ordinata la chiusura di tutti i pozzi».
Retto ricorda anche come la propria associazione, quando si costituì nel 2013, intraprese la battaglia contro il pericolo Ecoambiente come prima campagna da portare avanti: «Ci costituimmo dopo che, nel 2012 avevamo notato il manifestarsi di diversi casi di leucemia nel nostro territorio. Sin da subito chiedemmo di controllare i pozzi di contrada Torre d’Agera. Non ci fu data attenzione, perché si diceva che non c’era correlazione tra inquinamento e discarica».
Non sono mancate reazioni anche dalle forze politiche locali. In primis da Sinistra Italiana, rappresentata dal segretario Domenico Masciale, che appoggia la decisione di Ricci, ma ne denuncia il ritardo, «perché doveva essere presa diversi mesi fa».
«Chiediamo più attenzione dal punto di vista amministrativo e politico, per affrontare questo ecomostro» conclude Masciale.