Solo il presente che si nutre di passato è in grado di protendersi verso il futuro, con fiducia e senza paura.
C’era una volta il Liceo classico Carmine Sylos, il “nostro” liceo: uno storico mix tristallegro di monasterocarcerelazzarettocaserma – avviso agli imberbi naviganti della vita: non spaventatevi, era proprio così, tranquilli (voi, un po’ meno noi). I professori, anche quando nel fior dell’età, apparivano onusti di tempo perché portatori sani di gravitas e modus, saggezza e misura, μηδὲν ἄγαν: e chi se lo scorda.
Per non parlare, poi, del preside, che, il “numero uno” del (mai stato) ex regio istituto essendo, era una divinità inarrivabile, il suo ufficio una “turris eburnea” inviolabile. E, quando c’era una classe scoperta – donde lo rilevassero non è dato sapere, dal momento che giammai levavasi brusio, pur i fanciullo senza sentinella – entrava lui e faceva regolarmente lezione. E tu tremavi, rigorosamente. Erano per solito già stati prof di storia e filosofia, ma, in verità, ti sembravano onniscienti.
Per quattro anni, guida del glorioso istituto ai miei tempi fu Domenico Piscitelli, barese acuto e inconsutile, ma pur sempre ancora circonfuso d’una aura celestiale. Poi, all’improvviso venne lui, Michele De Palma da Terlizzi, e fu la rivoluzione. occhietti vividi, crine rado e impavido, baffetti lietamente sparvieri: e si spalancò il mondo della modernità dinanzi a noi. Pure lui suppliva, ma, incredibile dictu, non ci interrogava, bensì dialogava, voleva con noi parlare, addirittura ci ascoltava.
Ecco, il preside De Palma fece compiere al liceo classico il balzo decisivo nell’attualità, senza dimenticare tutto quello che era stato, anzi. Che sedesse dietro una cattedra o una scrivania, De Palma non aveva smarrito la sua humanitas, non avendo bisogno di gesti plateali per farsi sentire.
Così, qualsiasi problematica fosse sorta nella comunità scolastica, veniva affrontata e, indi, risolta con affabile empatia. Stava “dirigendo” verso il domani la preziosa memoria latina e greca (e non solo) di ieri.
E per questo noi ex studenti, che lo abbiamo silenziosamente ammirato e stimato, gli saremo per sempre grati…