“E’ giovane, ce la può e ce la deve fare, anche se la situazione è molto, molto critica“. Lotta tra la vita e la morte, ma non perdono le speranze i medici del Policlinico di Bari del reparto di Rianimazione che da giorni seguono il caso della 27enne D., di Bitonto, che a causa di una influenza molto aggressiva, che ha indebolito i suoi polmoni, da domenica scorsa è in coma farmacologico. La donna era in dolce attesa e i medici, vista la situazione critica e l’acuirsi delle crisi respiratorie, hanno deciso di far nascere la bimba prematuramente con un taglio cesareo: la piccola Miriam è nata a 27 settimane – al 6 mese di gravidanza -, ma seppur molto fragile sta bene, beve già il latte e pesa un chilogrammo.
Da qui in poi è cominciato il percorso di D. che è stata attaccata ad un macchinario per la circolazione extracorporea (CEC): è stata cioè collegata a una macchina cuore-polmone, una sorta di polmone artificiale che ossigena il sangue e sostituisce temporaneamente le funzioni cardio-polmonari, con l’intento di far riposare i polmoni affaticati affinché possano tornare presto a funzionare regolarmente. Le sue condizioni sono stabili e si spera che il polmone compromesso possa riprendere quanto prima la sua completa funzionalità per poterla staccare dal dispositivo medico. La prognosi resta riservata e i medici sono cauti ma, data la sua giovane età e l’assenza di altre patologie pregresse, sperano di riuscire a salvarla. Bisognerà aspettare qualche giorno prima di conoscere gli effetti delle cure. Nei giorni scorsi, a quanto si apprende, un’altra paziente in età più avanzata, che ha seguito lo stesso trattamento di D., è riuscita a ristabilirsi.
I parenti della giovane donna raggiunti dall’ANSA hanno voluto ringraziare “i medici e le equipe dei professori Bruno e Laforgia, primari della rianimazione e di neonatologia, per il loro straordinario lavoro: stanno facendo tutto il possibile per salvarla – spiegano – e se si riprenderà sarà solo grazie a loro“.
Come ha riportato il Corriere del Mezzogiorno, secondo i dati forniti dalla responsabile dell’osservatorio Epidemiologico regionale, la professoressa Cinzia Germinario, a metà gennaio di quest’anno sono stati almeno 200mila i pugliesi costretti a letto dall’influenza e sono stati registrati sei decessi. Il picco della malattia è stato registrato proprio fra la metà e la fine del mese scorso, periodo in cui è stato necessario ricoverare in ospedale in condizioni critiche una quindicina di persone. I soggetti più colpiti sono stati i bambini, soprattutto tra gli 0 e i 4 anni e fino ai 14 anni, mentre tra gli anziani over 65 si registra il minor numero di ammalati perché in questa fascia d’età c’è un’alta percentuale di vaccinati.