Sembrava essere giunta al
lieto fine la vicenda della ex Om Carrelli e dei circa 200 dipendenti che per
anni hanno lottato per difendere il proprio posto di lavoro dopo la chiusura
dello stabilimento di Modugno. Con l’acquisizione dello stabilimento da parte
degli americani della Tua-LCV, avviato nell’ottobre del 2015 con la firma di un
accordo con la Regione Puglia, si dovrebbe infatti avviare un piano di
riconversione dello stabilimento modugnese e di quello calabrese dell’ex Isotta
Fraschini a Gioia Tauro, finalizzato alla produzione di veicoli a basso impatto
ambientale.
Ma negli ultimi giorni gli
operai sono tornati a manifestare. Da allora infatti non sembrano esserci
novità. L’iter che dovrebbe portare al nuovo polo dell’auto voluto dagli
americani del fondo LCV Capital Management ristagna, mentre ieri sono scaduti i
termini per il passaggio dello stabilimento al Comune di Modugno, come previsto
dal piano studiato col Ministero per lo Sviluppo Economico. A giugno scadrà,
inoltre, la mobilità per i 194 lavoratori.
La preoccupazione che l’ennesimo
progetto di rilancio dell’area possa tramontare cime fu per quelli dell’azienda
inglese Frazer Nash o dei piemontesi della Metec, ha spinto questi ultimi, nei
giorni scorsi, a scendere in strada e manifestare davanti alla Fiera del
Levante, dove era presente il presidente della Regione Puglia Michele.
Emiliano ha quindi incontrato
i manifestanti, rassicurandoli e sottolineando che la situazione è ancora
gestibile e sono in corso verifiche sulla società, che dovrebbe garantire
l’investimento, e sul possesso dei brevetti da parte della Tua-Lcv che, secondo
l’accordo, produrrà un nuovo motore nello stabilimento.