Dal consigliere Franco Natilla (I Riformisti – Fronte del Lavoro) riceviamo e pubblichiamo:
Discarica Ferlive: qualcuno ha scambiato la nostra Bitonto per una pattumiera, ma i Bitontini non ci stanno a passare per “rifiuti”. L’autorizzazione integrata ambientale (Aia) per la realizzazione dell’impianto in località Colaianni è arrivata dalla Città Metropolitana di Bari, appena una settimana dopo la lettera di Decaro al Sindaco di Bitonto, in cui il primo cittadino metropolitano negava competenze in materia. Sostenendo di non avere titolo ad intervenire sugli uffici a proposito della discarica, allegava una nota nella quale invitava il Direttore generale a vigilare con attenzione sulla correttezza del procedimento.
Questo solo qualche giorno fa. Era un modo di buttarsi avanti (“non ve la prendete con me”), quando ormai i giochi erano fatti.
Quella lettera suona adesso come una solenne presa in giro per i Bitontini, visto che precedeva l’AIA favorevole, l’autorizzazione contro cui ci siamo sempre opposti e continueremo a farlo, al TAR, in tutte le sedi giurisdizionali ed anche in piazza.
Non dimentichiamo, a questo punto, le responsabilità di chi, negli anni passati – il Sindaco precedente, nonché Vicesindaco metropolitano! – è rimasto quasi silente sulla procedura che prendeva sempre più corpo sui tavoli della città metropolitana.
Se la Città fosse stata messa in allarme subito, se si fossero intraprese allora tutte le iniziative, soprattutto di sensibilizzazione dell’intera Comunità, oggi non saremmo di fronte ad un atto così grave.
Va detto che sebbene si tratti di una discarica di centottantamila tonnellate di rifiuti non pericolosi annui, accoglierà tra quelli “speciali” anche i fanghi dei depuratori. È l’aspetto più grave, perchè nello stoccaggio e trattamento quei residui biologici diffondono cattivi odori insopportabili. Per non parlare del transito di decine di autoarticolati che giornalmente attraverseranno il nostro territorio carichi di fanghi maleodoranti.
Non sarebbe in errore chi volesse intravedere in questa particolare lavorazione un grosso favore fatto a chi, anziché andare a smaltire questi fanghi in impianti del Nord Italia, potrà conferirli vicino e abbattere costi ed oneri.
Ma il territorio bitontino ha già dato, abbiamo ospitato fino a qualche anno fa la discarica Ecoambiente (ricevendo rifiuti di altri Comuni) ed una seconda al confine con Giovinazzo.
Bitonto non può essere retrocessa da una classe politica insensibile a ricettacolo di rifiuti. Bitonto è la Città degli ulivi, la Città dell’olio.
L’invito al nuovo Sindaco, già giustamente attento al problema, è ad intraprendere tutte le iniziative di mobilitazione generale, mai assunte in passato, per far sentire il nostro dissenso, in maniera forte, alla Città Metropolitana e a chiunque voglia trasformare la nostra Bitonto in un “cassonetto” del capoluogo e dintorni.