«Prestate attenzione alla Seat Leon bianca con targa che inizia fs4». È il monito del cittadino Sandro Pellegrino che ha segnalato due episodi di truffa dello specchietto in via Le Mattine a Mariotto, prontamente denunciati anche alle forze dell’ordine. L’ultimo risale a sabato, il precedente al 19 giugno. «Le vittime -ha aggiunto- nei due casi erano sole e anziani, i truffatori viaggiano in coppia». Non si è concluso, fortunatamente, il misfatto «grazie all’intervento di passanti che vedendo la scena (lancio di oggetto contundente contro lo specchietto della vittima) hanno urlato». I truffatori sono scappati via. Il risultato è che sono stati causati danni a due automobili e a carico dei rispettivi proprietari. La denuncia è stata fatta alle forze dell’ordine, ma sfortunatamente non è stato possibile fornire il numero di targa per intero. Ma non è tutto. Pare che a questa segnalazione se ne siano aggiunte altre: molti cittadini hanno raccontato di essere stati vittime di questa truffa, anche con la stessa Seat Leon, a Bitonto e in altri comuni limitrofi come Molfetta e Terlizzi. «Quello che mi preoccupa – ha detto, amareggiato, Sandro Pellegrino- è che certe casistiche fino a qualche tempo fa si verificavano più sulle grandi statali, invece oggi questa gente sta preferendo paesi». La dinamica pare sia sempre la stessa: percorrono strade dove ci sono visibili restringimenti di corsia e passando davanti all’auto “prescelta” lanciano l’oggetto contundente contro lo specchietto. Sentendo l’urto, la vittima crede effettivamente di aver toccato l’altro veicolo e, quindi, si ferma per vedere cos’è successo. Proprio qui, scatta il raggiro: il truffatore spaccia lo specchietto rotto come il prodotto del sinistro che, in realtà, non c’è mai stato. Pare che chiedano, allora, un risarcimento da venti a ottanta euro. Colpirebbero solitamente, secondo diverse segnalazioni, persone che sono sole alla guida, donne e anziani. I truffatori avrebbero un accento calabro, ma il particolare più raccapricciante è che pare viaggino con a bordo un bambolotto che farebbero risultare come loro figlio per abbreviare i tempi della truffa e convincere la vittima a risolvere in autonomia il danno, senza andare dalle rispettive agenzie assicurative. L’invito è a «non farsi prendere dal panico e cercare di essere partecipi con lo scopo di avvisare o far avvisare le forze dell’ordine di episodi analoghi con la speranza che possano individuare i truffatori», ha concluso il cittadino.