«Non so che dire, se non grazie. Sarò sempre riconoscente per tutto quello che avete fatto per me e per mia figlia».
Viviane non riesce a trattenere le lacrime. Dinanzi ai suoi occhi, che fino a quattro anni fa vedevano sola una terra martoriata da conflitti e nessuna via d’uscita all’orizzonte, ora c’è un contratto a tempo indeterminato di una RSA lombarda, in cui lavorerà come operatrice socio-sanitaria. Un posto in cui cominciare un nuovo capitolo della vita che è riuscita a ricostruire con grande coraggio, impegno e con il supporto dei suoi angeli bitontini.
La storia di Viviane, 45enne del Camerun, è infatti legata a doppio nodo a quella del personale della cooperativa Auxilium.
Era il 2021 quando la donna, stringendo la mano di sua figlia Celestine, giunse in Italia. In valigia, solo la voglia di garantire un futuro più roseo alla sua bambina, che all’epoca aveva appena sei anni.
Ad aiutarle, a novembre 2022, fu allora il progetto di accoglienza SAI del Comune di Bitonto, gestito con passione e competenza dalla Auxilium.
Accogliere, proteggere, promuovere, integrare, le parole d’ordine della realtà bitontina che dal 2007 opera nel sistema nazionale d’accoglienza, per prendersi cura di migranti e rifugiati in stato di bisogno.
“Partiamo sempre dalla persona, dalla sua storia, dai suoi sogni – spiega la psicologa Simona Lorusso – e costruiamo insieme un percorso di integrazione”.
Un’opportunità che Viviane ha colto subito. Ha imparato la lingua italiana, ha partecipato a ogni iniziativa, ha conseguito la licenza media, superato l’esame teorico della patente e si è formata come OSS grazie a un ente del territorio.
«È una donna esemplare» sottolinea la dottoressa, ricordando «l’impegno che ha profuso in questi anni, i sorrisi che ha regalato e le difficoltà che ha superato».
Un percorso di rinascita culminato ora con la sua assunzione.
Da domani, la 45enne camerunense metterà infatti le competenze acquisite al servizio di una residenza socio-assistenziale di Malnate, comune in provincia di Varese che ora accoglierà lei e sua figlia.
«Dietro questa firma c’è una storia di coraggio, speranza e rinascita» le parole del sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci, che ha voluto abbracciarla e congratularsi con lei nel nome di tutta la comunità cittadina.
«Viviane è il volto della buona accoglienza che funziona, che mette al centro la persona e dà gli strumenti per diventare protagonista della propria storia. Bitonto ha saputo accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Lo ha fatto con umanità e visione, grazie a un progetto comunale che è, prima di tutto, un progetto di civiltà» ha continuato il primo cittadino, augurando alla donna di vivere al meglio il «nuovo inizio costruito con le proprie mani».
«Oggi salutiamo Viviane con il cuore pieno di orgoglio – ha sottolineato Ricci, in conclusione del suo intervento -. Il suo sorriso è la prova che quando si semina bene, si raccolgono frutti di speranza. E che una città migliore esiste, ogni volta che scegliamo di non lasciare nessuno indietro».