La Neuropsichiatria infantile? Dagli ambienti fatiscenti dell’ex ospedale di Bitonto agli spazi dell’ex Istituto “San Carlo”. Che però va ristrutturato e rimesso a nuovo e dove la Asl vuole mettere anche altri servizi sanitari.
Si arricchisce di un ulteriore capitolo la lunga (e triste) storia della Npia, dove da anni si cerca una sede adeguata per un servizio fondamentale e molte volte terreno di scontro politico cittadino e regionale. Durante l’ultima di una serie di audizioni iniziate a febbraio tra Comune, Regione e Asl, sembra sempre più certo che la nuova sede sarà l’ex scuola san Carlo, alla periferia della città, da anni inutilizzata e quindi bisognosa di un restyling. Da quello che si evince, infatti, nell’incontro avvenuto qualche settimana fa il responsabile dell’Area gestione tecnica della Asl, Nicola Sansolini, ha stimato un primo quadro economico, non meno di 870mila euro ed è fondamentale, allora, formalizzare accordo con l’amministrazione comunale per ottenere la disponibilità dell’edificio, un immobile di 835 metri quadri e poi presentare il progetto esecutivo (affidato all’architetto Gaetano Ficarella, lo stesso che ha disegnato Centri di neuropsichiatria di Monopoli e Gravina), affinchè dalla Regione provvedano quanto prima al finanziamento necessario. I tempi, allora, saranno tutt’altro che brevi. Che la Asl fosse orientata verso quella struttura, lo si era capito fin da subito. Da Palazzo Gentile, infatti, a febbraio sono arrivate quattro proposte perché, oltre alla “San Carlo”, si era parlato di un immobile presente in via Frisicchio, dell’Azienda servizi alla persona “Maria Cristina di Savoia” e della scuola di via Abbaticchio (“sponsorizzata” nei mesi scorsi anche dal consigliere comunale di opposizione Domenico Damascelli, da tempo attento alla questione), ma dagli uffici sanitari hanno subito espresso preferenza per l’ex Istituto di via Modugno sia per la grandezza e sia per la volontà di piazzare tutta una serie di altre situazioni.
La Asl, allora, vorrebbe allocare la Neuropsichiatria al piano seminterrato e ai locali del primo piano dell’immobile, e a farla compagnia potrebbero essere anche la riabilitazione, il dipartimento di prevenzione, il 118 e altri servizi distrettuali. In tutto questo, la situazione continua a essere pesantissima per i bambini che usufruiscono del servizio e per le loro famiglie, che sui social continuano a denunciare disservizi. Con tanto di foto di ascensori non funzionanti e una sala d’attesa dove il caldo era insopportabile.