Trenta-quaranta anni fa era un fiore all’occhiello del Comune, oggi invece è una vasta area verde dove è necessaria più di una manutenzione e, in più di qualche suo elemento, in stato di abbandono.
È la storia (all’indietro) del bosco di Bitonto, dove, nonostante non manchino i fruitori, lo stato di salute non è dei migliori. Perché? L’area picnic, con tanto di panche e sedute in legno, realizzata tra gli anni ‘80 e ‘90, è ormai in degrado così come la cartellonistica installata sempre in quel periodo. I cestini in ferro, in cui conferire i rifiuti, sono divelti e anche i muretti a secco, caratteristici della zona, sono stati distrutti per colpa di cinghiali, animali al pascolo e dalla mano dell’uomo. Stessa sorte dei pini del sottobosco, crollati e secchi e dei roveti incontrollati che possono diventare pericolosi in caso di incendio nei mesi estivi. Senza dimenticare la strada di accesso, da riasfaltare. Che la manutenzione manchi da tempo lo conferma Giuseppe Cazzolla, numero 1 di “Fare verde”. «L’ultimo intervento risale verso il 2009 – ammette – e venne affidata a una ditta nell’effettuare il lavoro dei tagli controllati degli alberi per fare pulizia. Dopo di che non è stato fatto più nulla. Prima di ogni notte bianca (già, una volta la si faceva anche al bosco, ndr) andavo io personalmente a riempire le buche sulla strada comunale o a tagliare i rami che si affacciavano sulla strada con gli operai dell’Asv». Sulla carta, il bosco di Bitonto avrebbe un potenziale enorme, ma è fondamentale una corretta attività boschiva di sgombero e pulizia, affinché torni a essere accessibile e gradita meta di visite. O magari, tentare di valorizzarlo attraverso altre iniziative. Una idea, suggerita da tempo dall’attivista Vito D’Alessandro, sempre attento alle questioni ambientali, potrebbe essere l’inserimento nel progetto “Banca delle terre”, che darebbe la possibilità agli interessati di dar vita anche a dei piccoli servizi che, pur nel rispetto della natura, possano rendere più agevoli le escursioni di camminatori e amanti della mountain bike, che già oggi frequentano la zona. «Il bosco – dice D’Alessandro – non avrebbe bisogno di chissà quali stravolgimenti – ma è vero che necessita manutenzione per le esigenze basilari».
Ne sono a conoscenza anche da Palazzo Gentile, da dove però non nascondono che ci sarebbe qualche difficoltà. «Ci sono delle difficoltà gestionali – sottolinea l’assessore all’Urbanistica Francesco Brandi – soprattutto dovute alla distanza del luogo. Verificheremo tutta una serie di cose e vedremo se, anche sulla base delle segnalazioni, si può fare un intervento di manutenzione straordinaria».