Da beni confiscati a beni comuni. Da appartamenti nelle mani di chi si credeva potente, a residenza e luogo di lavoro dei più fragili.
Nuova vita a Bitonto per due immobili in via Muciaccia e via Togliatti, ora rispettivamente casa di comunità, per consentire alle persone con disabilità di sperimentare l’esperienza di vivere in maniera indipendente, e bed & breakfast, da gestire in collaborazione con gli stessi soggetti fragili.
Una trasformazione, o “un miracolo” per dirla con le parole di padre Leonardo Civitavecchia che ha invitato a mettere all’angolo i malavitosi, compiutosi ieri, con l’inaugurazione ufficiale di Casa Alma So.Le. (Solidarietà e Legalità).
Questo il nome del progetto, finanziato per circa 600mila euro dal PON “Legalità 2014-2020” ed elaborato sin dal 2018 dal Comune di Bitonto, in partenariato pubblico-privato con l’associazione L’Anatroccolo – Famiglie Disabili ETS nell’ambito della Rete Organizzazioni Area Disabilità. Una realtà bitontina a cui un anno prima, tramite procedimento di evidenza pubblica, erano stati assegnati in concessione i due appartamenti.
“Dopo anni di notevole impegno e di volontariato e dopo i lavori di ristrutturazione, riusciamo finalmente a vedere il traguardo di tappa – hanno raccontato i referenti della ROAD, Angelo Caldarola e Domenico Bellifemine -. Prossimo obiettivo è rendere le strutture funzionali ed operative per rispondere ai bisogni della comunità fragile”.
I due immobili, confiscati a due pregiudicati locali, noti per reati di associazione di stampo mafioso, in materia di stupefacenti e contro il patrimonio, spalancheranno presto infatti le loro porte a nuovi residenti e clienti.
Nella casa di comunità troveranno alloggio da 4 a 6 persone con disabilità non motoria e con sufficienti capacità cognitive, che avranno modo di accrescere i livelli di autonomia e di autosufficienza di vita indipendente dalla famiglia di origine. Il b&b di via Togliatti, con le sue tre camere, invece, potrà rispondere alle esigenze di soggiorno dei turisti e nel contempo consentire ai soggetti più fragili, che lo gestiranno, di potenziare le loro competenze e le esperienze di inclusione lavorativa.
“Casa Alma So.Le, rappresenta per noi un modello di welfare di comunità che conferma le tante opportunità che custodisce il riuso sociale dei beni confiscati. Non è solo un simbolo con una forte valenza educativa, ma produrrà effetti significativi sul nostro territorio, dal sostegno alle persone più fragili al contrasto del disagio sociale e dell’emarginazione” il messaggio del primo cittadino Francesco Paolo Ricci, secondo cui “con questa iniziativa, Bitonto segna ancor di più da che parte vuole stare”.
Parole condivise da Michele Abbaticchio, ex sindaco della città dell’olio e vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, che ha voluto celebrare ieri la “conclusione di un lungo processo di riappropriazione” e la vittoria della “sfida delle amministrazioni nel trovare fondi, recuperare, completare e dare in gestione beni confiscati alla mafia”.
A suggellare l’importante momento anche Franco La Torre, figlio del senatore Pio, che 41 anni fa pagò con la sua vita l’aver ideato la Legge 646/1982 che colpisce i patrimoni dei mafiosi. “Si tratta di una iniziativa straordinaria – ha commentato lo storico -. Non c’è nulla di più bello: sottrarre un bene di proprietà della mafia, confiscato, e restituirlo alla cittadinanza per donarlo a favore dei più deboli”.
Presente all’inaugurazione, insieme a tutte le autorità civili e militari, anche Savina Pilliu, che insieme alla sorella non ha ceduto alle minacce di un costruttore legato a Cosa Nostra.