Doveva
essere – stando alle presentazioni in pompa magna – una «vera
e propria rivoluzione dei trasporti per vivere al meglio la città».
Invece,
ad oggi, rientra nella politica degli annunci, degli slogan e fatta
con le parole più che con i fatti.
È
il 13 ottobre 2014 quando il vicesindaco nonché assessore alla
Mobilità sostenibile Rosa Calò illustra “Vivibitonto”,
il
progetto che si pone l’obiettivo di rafforzare i fattori di
attrattiva del territorio e di incrementare l’accessibilità ai
servizi per implementare la presenza nelle aree rurali
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/vivere-bitonto-appieno-con-il-cultural-bike-e-il-taxi-didattico/4464.htm).
Qualche giorno prima è stato inaugurato il park&ride (da ridere
anche quello, purtroppo, perché non compreso e utilizzato dai
cittadini), e l’iniziativa doveva, nelle intenzioni, attagliarsi
perfettamente.
Già,
perché “Vivibitonto” consta di due precisi interventi: “Cultural
bike”
e il “Taxi
didattico”.
Dovevano
partire di lì a poco. Appunto, dovevano. In realtà, dopo 6 mesi,
non c’è traccia né di biciclette né di navette.
Cultural
bike. Le
bici a disposizione sono 60: 30classiche, le altre 30 pieghevoli.Sono
costate 249
euro l’una
per un totale di 14.940
euro. Mica noccioline.
Il
noleggio – spiega l’assessore in conferenza stampa – sarà gestito
da una ditta esterna e sarà garantito durante le sere di eventi o
manifestazioni culturali in concomitanza con il “Parco
delle Arti”.
Previste
anche sette ciclo stazioni (e di conseguenza, anche le rastrelliere)
da dove sarebbe possibile prendere la bicicletta: Park&ride,
all’interno dell’atrio della Biblioteca comunale, nella chiesa di
san Pietro nuovo (via Saponieri) nelle frazioni di Mariotto e
Palombaio e nelle due fermate delle Ferrovie del nord barese.
Per
il noleggio è necessario lasciare un documento di riconoscimento e
una cauzione di 10 euro da restituire poi al momento della consegna.
«Abbiamo
pensato di rendere possibile il servizio –
dice ancora Calò – dalle
20.30 alle 00.30, mezz’ora dopo la fine degli eventi, per
consentire ai residenti nelle frazioni di poter tornare a casa, vista
l’assenza di mezzi pubblici dopo le 23».
L’idea
è ambiziosa. Peccato però che le biciclette non siano
mai scese per le strade cittadine. Per fortuna, hanno almeno lasciato
il garage della polizia municipale dove erano parcheggiate da
ottobre.
«Sono
state montate – assicura
il comandante Gaetano Paciullo – solo
che stiamo attendendo l’arrivo delle rastrelliere e l’affidamento a
una cooperativa sociale che debba custodirle e vigilarle».
Taxi
didattico. Qui
vale la locuzione latina: similes
cum similibus congregantur. Tante
belle parole, ma zero fatti. É stato presentato come il collegamento con il centro storico e la possibilità per gli
istituti scolastici di raggiungere gli spazi sportivi comunali.
«Per
il momento –
spiega
l’assessore sempre il 13 ottobre scorso – il
servizio sarà gratuito, poi dobbiamo capire come poterlo far
continuare».
Questa
sarà una fase di sperimentazione: «Ci saranno dei forum –
spiega ancora il vicesindaco – che porteranno i cittadini a
sistemare, rivedere, mettere a regime il servizio e concordare anche
sulla collocazione delle rastrelliere.
E
poi conclude che
il primo
forum e la partenza del servizio sarebbero avvenute a fine mese.
Così
non è avvenuto. Nel frattempo ne sono passati 6, di mesi.
Eppure,
da Palazzo Gentile sembrano pronti a rispolverarlo. «Lo
inaugureremo il giorno della festa patronale – annuncia
il sindaco Michele Abbaticchio – e
durerà un anno».
Speriamo
non sia soltanto l’ennesimo slogan.
Eccola, allora, la città smart e sostenibile…