In seguito ai fatti di cronaca di domenica 18 ottobre, i volontari del Presidio di Libera di Bitonto sentono la necessità di parlare alla cittadinanza, facendo così sentire la propria presenza.
«La guerra tra clan, che si protrae ormai da mesi, ha raggiunto ora il suo punto più critico – scrivono nel comunicato inviato agli organi di stampa -. Lo dimostra il fatto che, a pochi giorni dall’ultimo scontro armato avvenuto giovedì sera in via Nenni, si è tornati a sparare noncuranti della presenza di famiglie, bambini e ragazzi innocenti che avrebbero potuto rimanere gravemente coinvolti. Ora più che mai, la cittadinanza non può rimanere indifferente di fronte a simili eventi, né può continuare a limitarsi ad esprimere la propria indignazione esclusivamente sui social network. Si rende necessaria una forte presa di posizione da parte di tutti i bitontini derubati dei loro spazi e addirittura di occasioni di festa e divertimento per i loro figli».
Un impegno che non sia «a corrente alternata» è quello che chiede il presidio di Libera che «a poco meno di un anno dalla sua nascita, sta cercando con fatica di tessere una rete tra associazioni, scuole e persone che nel segno del “Noi che vince” possa affermare con forza una cultura della legalità che vada oltre i singoli episodi. Noi ci siamo, la città di Bitonto c’è?».