Da una nostra concittadina, che si definisce “amareggiata e delusa” riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gentile redazione, ho deciso di scrivere a voi perché sono delusa e vorrei dar voce a dei pensieri che, da quanto mi è sembrato di leggere in questi giorni, siano abbastanza diffusi.
27 giorni fa sono risultata positiva al Covid e da allora l’inizio di incubo. Fortunatamente, sul piano fisico non posso lamentarmi: i sintomi sono stati lievi e nel giro di qualche giorno mi sono ripresa, continuando comunque l’isolamento. Il problema è un altro: l’Asl non ha mai fatto pervenire alcuna comunicazione né telefonica, né tramite mail circa il tampone da effettuare. Ho chiamato il numero verde a disposizione, inviato mail sia all’Asl che al dipartimento di prevenzione, e anche il mio medico ha fatto dei solleciti ma, ad oggi, il silenzio più totale. È mai possibile che un cittadino debba essere abbandonato così dalle istituzioni? È mai possibile che non ci sia nessuno a vigilare su questi comportamenti? Capisco che gli ospedali siano in affanno e che il personale scarseggi, ma perché dobbiamo essere sempre noi cittadini a dover subire il peggio? Per fare il punto della mia situazione dello stato di salute sono stata costretta a rivolgermi da privato. Per fortuna l’esito stavolta è stato felice: mi sono negativizzata, ma questo non basta. Ho bisogno del doppio tampone molecolare negativo affinché possa essere messa la parola fine al mio isolamento. E quindi, ancora una volta, dovrò rivolgermi a laboratorio privato e pagare di tasca mia.
Ma anche qui mi chiedo: e chi non può permettersi il tampone a pagamento, come farà? Ci viene sempre chiesto di dover far sacrifici: sacrificare i rapporti con famiglia e amici e anche il lavoro per “poter tornare ad abbracciarci più forte domani”, e questi nostri sacrifici quando verranno ricompensati se nel momento più difficile sono proprio le istituzioni ad abbandonarci?