“Una situazione nella quale né i lavoratori né le aziende possono sentirsi garantiti e guardare al futuro con un minimo di serenità”. L’allarme è lanciato dalle associazioni sindacali, in particolar modo quelle territoriali, che hanno preso carta e penna e scritto direttamente al presidente dell’INPS, Pasquale Tridico (ma anche al titolare del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto, Loy Guglielmo), affinché intervenga in prima persona per sanare oggettive difficoltà che stanno incontrando i 3mila operatori telefonici della commessa pubblica più grande d’Europa. Da oltre due mesi passata in mano alla Rete temporanea d’impresa composta da Comdata/Network.
Ed è proprio nel potente Call center molfettese dove il disagio è abbastanza pesante, con i circa 500 consulenti provenienti da “Transcom” che non hanno affatto vita facile. I motivi li abbiamo già spiegati (leggi qui articolo https://bit.ly/37okdXa): tutti – a meno di rinunce personali, ancora presenti – sono stati assorbiti nel cambio di appalto, mantenendo ore, profili e gli stessi elementi che a livello contrattuale già erano in essere. Significa, allora, che c’è anche una enorme presenza di interinali con un contratto a dieci ore settimanali (molti di questi usufruiscono del part-time misto, ndr) o a 20. E se il problema, quando la sede era alle porte di Bari, era facilmente azzerabile da un volume di chiamate più elevato, distanza e presenza costante di ore supplementari, a Molfetta la situazione è un po’ più pesante, perché le maestranze sono costrette a percorrere più strada, con un volume chiamate più limitato e ore supplementari scarseggianti. E ciò, ovviamente, non rende contenti nessuno. Né Network Contacts, né gli operatori telefonici, né tanto meno i sindacati. E, in teoria, non dovrebbe esserlo neanche l’Istituto di previdenza nazionale sociale, che sul servizio di Contact Center multimediale conta e non poco, considerando che è stato lo stesso Tridico, non più tardi di settembre, a elogiarli definendoli “molto specializzati, svolgono mansioni tipiche da funzionari, rispondono a utenti che chiedono pensioni, prestazioni, invalidità, cose non facilissime che hanno bisogno anche di una formazione continua e aggiornamento rispetto alle normative”.
E la lettera dei sindacati nasce (anche) da tutto questo. “Sentiamo l’esigenza – è la voce delle segreterie territoriali baresi di CGIL SLC e UILCOM – di scriverle per rappresentare la situazione negativa che si è venuta a determinare a seguito del cambio di appalto della commessa INPS e del relativo passaggio di tutte le lavoratrici e i lavoratori alla subentrante RTI Network Contacts/COMDATA. Nella fase di aggiudicazione, con molta attenzione abbiamo ascoltato le sue rassicuranti dichiarazioni sulla continuità lavorativa degli oltre 3mila lavoratori adibiti sulla commessa e abbiamo espresso parole di grande apprezzamento per quanto in più circostanze ha affermato sul futuro di questi lavoratori e delle loro famiglie. Purtroppo oggi registriamo un dato poco confortante rispetto ai volumi di attività che si sono quasi dimezzati rispetto a quelli preventivati sulle singole realtà territoriali con particolare riferimento al sito di Molfetta e sui sacrifici che vengono chiesti ai lavoratori per far fronte alla conseguente carenza di attività che rischia di sovraccaricare di costi non dovuti le aziende aggiudicatarie che, a loro volta, si rivalgono sui lavoratori attraverso un utilizzo improprio delle ore di permesso retribuito e delle ferie, nonostante per effetto della poca anzianità di azienda la disponibilità del lavoratore è di molto ridotta.
Questa situazione non può protrarsi ancora per molto tempo in quanto le ferie e le ore di riduzione oraria prima o poi si esauriscono e le aziende al fine di comprimere i costi utilizzano strumenti che incidono sul già misero reddito dei lavoratori part time già, rispetto al passato, gravati da un ulteriore incremento chilometrico del loro pendolarismo”.
Si tratta, allora, “in definitiva di una situazione nella quale né i lavoratori né le aziende possono sentirsi garantiti e guardare al futuro con un minimo di serenità. Le rassicurazioni nei confronti delle parti sociali e l’impegno che ha profuso nella fase del cambio di appalto per tranquillizzare e garantire tutti gli occupati hanno in questa fase bisogno di essere sostenute dai fatti. È proprio per questa ragione che abbiamo vinto la nostra reticenza nel coinvolgerla e abbiamo deciso di scriverle per rappresentare la denuncia di un problema e la richiesta di un suo interessamento che provi a rimuovere le ragioni che sono alla base delle descritte criticità. Siamo certi che anche questa volta non farà mancare il suo importante e intelligente contributo per individuare delle soluzioni in sinergia con tutti gli attori coinvolti e nell’esclusivo interesse della collettività”.