Cinquanta anni fa, il 10 ottobre 1973, per la prima volta nel Mezzogiorno, il professor Francesco Paolo Selvaggi effettuava a Bari un trapianto di rene. L’organo, prelevato da una donna di Barletta, fu donato al figlio 21enne che ebbe così salva la sua vita. Una data che segnò una tappa importante per lo sviluppo della medicina dei trapianti e della cultura della donazione di organi al sud.
A cinquant’anni da quell’operazione, il sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci ha consegnato al chirurgo una medaglia d’oro con il sigillo del Comune, quale solenne segno di riconoscimento della città natale per i suoi indiscussi meriti scientifici, professionali e umani.
La consegna è avvenuta nell’ambito di un simposio organizzato con la collaborazione di Associazione Italiana Donatori di Organi e Crocerossine d’Italia Onlus.
«All’epoca i trapianti erano la nuova frontiera della chirurgia, branca della medicina di cui ero innamorato. Non potevo non vedere in essi il futuro – racconta Selvaggi -. E, infatti, dopo uno stop durato fino agli anni ’90, queste operazioni sono riprese in maniera molto veloce, fino a rendere Bari uno dei centri per trapianti più efficienti d’Italia. I miei allievi continuano a fare trapianti sfruttando innovazioni farmacologiche e robotica. C’è un aumento anno per anno, ma le donazioni sono ancora poche. Gli eventi come quello di stasera servono a far capire alla gente che donare non fa male a nessuno, ma fa solo bene».