Lo
stemma di un Vescovo – e questo che vedete in foto è di don Ciccio Savino, che andrà ad assolvere il suo mandato episcopale
in quel di Cassano all’Ionio, terra calabra – è l’immagine del suo progetto
spirituale.
La rappresentazione grafica di un profondo sentire.
La raffigurazione estetica di intenti cristiani che vengono da lontano e si proiettano
speranzosi nel futuro.
Poi, sì,
c’è anche la tradizione araldica ecclesiastica cattolica, secondo cui lo stemma
di un Vescovo è tradizionalmente composto da: uno scudo, che può avere varie
forme (sempre riconducibile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei
simbolismi tratti da idealità personali, o da tradizioni familiari, oppure da
riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altro; una croce astile
a un braccio traverso, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo
scudo; un cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti,
sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso), il tutto di colore verde;
un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero. La croce
astile è di tipo “trifogliato”, gemmata con cinque pietre rosse che richiamano
le Cinque Piaghe di Cristo.
Dunque, ecco la descrizione araldica (blasonatura) dello scudo del Vescovo
Savino.
“Inquartato d’azzurro e d’argento; nel
1° alla stella (8) d’oro; nel 2° a un ramo di ulivo e di palma di verde posti
in decusse; nel 3°al cesto contenente cinque pani e due pesci posti uno in
sbarra l’altro in banda al naturale; nel 4° alla colomba volante e rivoltata
d’argento” Il motto: CHARITAS CHRISTI
URGET NOS 2 Cor 5,14
Di
seguito, l’interpretazione dello Stemma.
La stella a otto punte è il simbolo di Cristo, la luce che irradia le nostre
vite, la Stella del Mattino secondo 2 Pt 1,19 e Ap 22,16. L’ulivo simbolo di
pace, richiama anche la città di origine di Mons. Savino, Bitonto, nel
territorio di Bari, dove il Vescovo, fin dalla sua ordinazione è vissuto ed è
stato Parroco e Rettore del Santuario dedicato ai Santi Medici Cosma e Damiano,
il cui martirio è rappresentato dalla Palma. Il cesto con i cinque pani e i due
pesci si rifà al miracolo della moltiplicazione (Mc 6,30-44 e paralleli)
effettuato da Gesù per sfamare la moltitudine di gente accorsa per ascoltarlo.
La tradizione cristiana riprende questo evento per sottolineare il tema della
condivisione (“Voi stessi date loro da mangiare” – Mc 6,37), propedeutico
all’Eucaristia.
La colomba incarna sia il significato della pace, sia lo Spirito Santo, disceso
su Gesù al Battesimo; è rappresentata nella foggia delle colombe che, in
stormo, appaiono sulla facciata dell’Hospice-Centro di Cure Palliative “Aurelio
Marena” fondato da Don Francesco.
L’azzurro è il simbolo del cielo e indica l’ascesa dell’anima verso Dio, mentre
l’argento è il colore della trasparenza, e allude alla purezza della Beata Vergine,
alla cui protezione materna Mons. Savino affida il suo nuovo ministero pastorale.