Al via il processo nei confronti di cinque ex dirigenti della banca Unicredit per i fallimenti delle due aziende Divania e Parco Don Vito, di proprietà dell’imprenditore Francesco Saverio Parisi. Per l’accusa, gli imputati sarebbero responsabili di bancarotta fraudolenta, per aver indotto l’imprenditore a scelte errate che avrebbero condotto al fallimento le due attività.
Avrebbero prima convinto con l’inganno Parisi a sottoscrivere alcuni derivati, per poi sottrarre 183 milioni di euro dai conti della Divania, quindi fallita. Poi avrebbero indotto lo stesso a costituire la Parco Don Vito, salvo poi causarne il dissesto economico con una operazione milionaria di compravendita immobiliare.
La Divania, ricordiamo, un tempo era un’azienda leader della produzione di divani, che dava lavoro a 430 operai ed esportava in tutto il mondo. L’azienda era settima produttrice di divani in Italia e fatturava 70 milioni di euro l’anno. Una realtà del Sud sana ed in crescita, un fiore all’occhiello della zona industriale del capoluogo. Da piccola ditta produttrice di pellame, nel quartiere Stanic di Bari, con due soli dipendenti, era diventata un’impresa di respiro internazionale con sedi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Nell’ottobre del 1999 partecipò alla più importante fiera del mobile al mondo, a High Point, in North Carolina, Usa, dove il suo stand fu tra i più visitati. Ma in precedenza aveva già partecipato alla Fiera Internazionale del Mobile di Copenhagen e aveva conquistato sempre più importanti fette di mercato. Sulla strada per Modugno c’è ancora lo stabilimento bitontino, ormai ridotto ad un rudere pericolante.
Nel procedimento si sono costituiti parte civile una cinquantina di ex lavoratori e le curatele fallimentari delle due società.