Era una tiepida serata dei primi di Marzo del 2020 quando gli ospiti della Casa per la vita Anthropos, riuniti davanti alla televisione, hanno udito per la prima volta il termine inglese “lockdown”: blocco, isolamento, chiusura, confinamento…da questo momento fermatevi, alt, stop, non muovetevi…un climax ascendente, violento e incessante, giunto alle loro menti prima ancora che alle loro orecchie…questa volta non era più una richiesta, un suggerimento, era diventato un obbligo!
Una comunicazione chiara, semplice e priva di contraddizioni, corroborata da interventi televisivi istituzionali o dirette Facebook del Sindaco della città, ha permesso di spiegare agli ospiti in maniera dettagliata, senza sottovalutazioni ma al tempo stesso evitando di creare eccessiva ansia e generare stress, ciò che stava accadendo nel nostro Paese e nel Mondo intero.
Arduo il compito degli operatori: cristallizzare le proprie ansie, la paura del contagio, le incertezze e lo stress che inevitabilmente questa pandemia ha creato in ogni singolo individuo per continuare a dedicarsi, con passione, dedizione e attaccamento alla professione, al mondo dei più fragili.
E così, certi che normalizzare la vita in quarantena potesse portare conforto e garantire agli ospiti un maggiore benessere psico-fisico, la quotidianità nella Casa per la vita ha continuato a seguire, il più possibile, l’andamento pre-emergenza Covid-19. Il motto #andràtuttobene ha iniziato a materializzarsi prima su uno striscione affisso sull’ampio terrazzo che dà sull’amata piazza Aldo Moro e poi nelle tante e nuove attività svolte dentro casa e in cortile.
Curiosi e attivi, gli utenti hanno aderito a tutte le progettualità educative e alle attività di socializzazione e di intrattenimento alternative proposte, fornendo sempre nuovi spunti e idee. Fondamentale anche il mantenimento dei regolari contatti con le famiglie di origine e persino il
tuffo in un’insolita e fredda tecnologia ha acquisito un’importanza indeterminata: le videochiamate whatsapp e Skype? Un gioco da ragazzi!
Oggi più che mai gli operatori hanno messo in campo tutte le abilità e competenze personali e professionali: attitudini allo sport, alle arti creative, alla lettura e alla scrittura, alla cucina, alla musica, al ballo, hanno trovato massimo spazio di espressione e terreni fertili finora inesplorati.
Un isolamento non certo semplice e privo di difficoltà ma che ha regalato, ad oggi, alla Casa per la vita Anthropos, la gioia di non avere nessun contagio grazie al rispetto delle regole di distanziamento sociale applicate in maniera ferrea dagli operatori all’interno e all’esterno della struttura e all’utilizzo di tutti i DPI necessari che la Cooperativa ha fornito già dal mese di febbraio 2020 per ospiti e operatori. L’invito degli utenti della struttura a tutta la cittadinanza è di non abbassare la guardia anche nella fase II dell’emergenza. Loro non molleranno.