Dovrebbe arrivare in aula – salvo novità dell’ultim’ora – giovedì prossimo, 21 giugno, in occasione del secondo Consiglio comunale previsto per questa settimana.
Ed è un provvedimento sul quale l’intero emiciclo dovrebbe trovare unanimità.
Anche Bitonto, infatti, si appresta a dare il via libera alla Carta dei diritti della bambina, il documento licenziato nell’ormai lontano settembre 2016 durante il Meeting delle presidenti europee.
Nove articoli nei quali vengono (ri)definiti, (ri)evidenziati e rinsaldati quelli che sono i diritti fondamentali delle fanciulle, ispirandosi alla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo.
Nella città dell’olivo e del sollievo l’iter – come ha evidenziato ieri “La Gazzetta del Mezzogiorno” – nasce per volontà della Fidapa, che esattamente un mese fa sollecita l’amministrazione comunale, trovando subito sponda in Marianna Legista, assessore alle Pari opportunità, nell’adottare il fondamentale provvedimento, anche per “sensibilizzare l’opinione pubblica a un’azione mirata di contrasto alla drammatica emergenza della violenza di genere, e per una educazione delle giovani e dei giovani scevra da pregiudizi”.
La Carta sancisce, innanzitutto, che ogni bambina ha il diritto di “essere protetta e trattata con giustizia dalla famiglia, dalla scuola, dai datori di lavoro anche in relazione alle esigenze genitoriali, dai servizi sociali, sanitari e dalla comunità. Di essere tutelata da ogni forma di violenza fisica o psicologica, sfruttamento, abusi sessuali e dalla imposizione di pratiche culturali che ne compromettano l’equilibrio psico-fisico. Di beneficiare di una giusta condivisione di tutte le risorse sociali e di poter accedere in presenza di disabilità a forme di sostegno specificamente previste”.
Ma anche che “di beneficiare nella pubertà del sostegno positivo da parte della famiglia, della scuola e dei servizi socio-sanitari per poter affrontare i cambiamenti fisici ed emotivi tipici di questo periodo, e di non essere bersaglio, né tantomeno strumento, di pubblicità per l’apologia di tabacco, alcool, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità”.