Basta a tutti quei carrellati delle attività commerciali posizionati sui marciapiedi (oppure messi direttamente per strada, laddove potrebbero parcheggiare le autovetture) e che ostacolano il passaggio dei pedoni e ancora di più quello di disabili e genitori con passeggini per bambini. Quasi mai, dunque, all’interno dei locali, come l’ordinanza vigente vorrebbe e come prescrive persino l’Asl, non ravvisando, data la chiusura ermetica degli stessi carrellati, alcun pericolo di contaminazione e violazione delle norme igienico-sanitarie.
La “guerra” arriva dal Comune di Bitonto, dalla Società ambientale nord barese (Sanb) e dalle associazioni di categoria, per un fronte comune totale. La questione è arrivata nel Consiglio comunale di lunedì dove, ancora una volta, il tema dell’igiene urbana ha fatto capolino, sollevato dal consigliere di opposizione Domenico Damascelli e da “Fratelli d’Italia”. Partirà nei prossimi giorni un censimento puntuale delle attività commerciali bitontine e delle frazioni di Palombaio e Mariotto e ad effettuarli una squadra composta da un ispettore ambientale Sanb e due uomini della polizia locale. A loro il compito di verificare le condizioni strutturali di ogni esercizio e capire se ci sia la possibilità di allocare all’interno i “bidoncini” per il conferimento dei rifiuti. «I dati forniti – ha spiegato in aula Giuseppe Santoruvo, assessore all’Ambiente – saranno utili per fare una disamina corretta del problema, già attenzionato da tempo e diventato proprio nelle ultime settimane al centro dell’agenda amministrativa». Al censimento si è pensato dopo un incontro di qualche giorno fa, promosso dalla sezione locale della Confcommercio e dalla Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione (Fida).
E poi, in aula consiliare, è stato ribadito un altro concetto: non è assolutamente previsto che per i carrellati all’esterno si debba pagare l’occupazione di suolo pubblico.