L’altra mattina il grigiore del cielo ha contagiato
anche i volti dei bitontini ancora impegnati con le cartelle Tares.
Si sono rivolti con carte alla mano allo sportello
allestito dal Pd, Paolo Intini e dal Movimento la Puglia per Vendola.
Ora, al di là di ogni polemica e strumentalizzazione
politica, credo sia utile passare a considerare i fatti, le denunce e provare a
trovare degli spunti di riflessione, soluzione e miglioramento del
servizio.
La prima storia è quella di una signora che si è
trovata in difficoltà con la cartella di sua madre, un’ottantenne e della zia
di 90 anni.
Entrambe hanno avuto un acconto Tares da pagare ad
ottobre, calcolato in base ad un terzo dell’imposta pagata lo scorso anno.
Ma “a novembre dopo l’approvazione del
regolamento 119, la Cerin ha erogato le cartelle che non tenevano conto delle
riduzioni totali o parziali. L’ufficio tributi è stato assaltato,
davano solo 70 numeri. Cosa ben più grave è che non aveva il regolamento e
non era informato su quello che c’era scritto“.
“Ho trovato, così, l’articolo –
continua la signora – in cui si dice che gli anziani con ISEE al di
sotto di 8ml euro sono completamente esenti. Ora mia zia e mia madre non
solo hanno pagato gli 88€ di acconto, ma anche i 153€”.
Adesso devono avere il rimborso. E non
si sa come.
“Il tributo, poi, è fatto di due parti. L’ Art.29 del regolamento che dice
che anche la maggiorazione dello stato è soggetta ad esenzione. Invece al
Comune, all’Ufficio Tributi, un messo – improvvisato lì per far scorrere più
agevolmente la fila – mi disse “signora paghi la maggiorazione subito, poi
si pensa“.
“E quei soldi versati allo Stato sicuramente
non li avremo più indietro, la procedura è molto lunga e pagherei più di
pratiche… Non si può aggravare la situazione dando informazioni false”.
“Io non sono tenuta ad andare su internet
per stampare il regolamento e capire come risolvere la mia situazione. Penso a
chi non può farlo, a tutti quegli anziani che conosco che hanno preso le
cartelle e ignorando ogni cosa hanno mandato le loro badanti in posta a pagare
tutto? Qualcuno li risarcirà?“.
Testimonianza forte anche quella di un signore, che lamentava una carenza fondamentale.
“Sono stato all’ufficio tributi,
tutti disponibili ma una volta lì per risolvere il problema delle pertinenze mi
hanno chiesto lo stato di famiglia, che ovviamente non avevo lì con me. Son
dovuto andare all’Ufficio anagrafe, pagare e tornare lì per la coda in un altro
giorno“.
La domanda dell’anziano, così, sorge
spontanea: “visto che sono un cittadino ligio e contribuente perchè non si
pensa ad unificare almeno le informazioni essenziali all’esplicazione del
servizio tra l’ufficio anagrafe e quello tributi così da evitare plurime code e
costi aggiuntivi per la stampa dei documenti?“.
Che si corra ai ripari cogliendo
positivamente le istanze dei cittadini affinchè si trovi la modalità migliore
per questa internalizzazione, trovando il giusto mezzo tra possibilità comunali
e difficoltà dei cittadini che si stanno mostrando tutti ligi contribuenti e
per questo vanno rispettati, uno per uno.