Cosa sta accadendo in città da qualche mese a questa parte?
Si sta “semplicemente” riconfigurando la geografia criminale.
Dopo il brutale, vile, tremendo, omicidio della sarta 84enne Anna Rosa Tarantino – ricordiamo sempre: vittima innocente di una mafia. Parola che fino a poco tempo fa ci si rifiutava anche di pronunciare, sminuendo la MAFIA come “micro criminalità” – le forze dell’ordine, sotto il prezioso coordinamento della procura di Bari e della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno portato in carcere quasi un centinaio di persone.
Va da sé che, inevitabilmente, nonostante reggenti, “piccoli” rampolli e (quasi certamente) ordini impartiti direttamente dagli istituti penitenziari, ci sia qualcuno che voglia allargare il territorio e prendere il comando delle floridissime piazze di spaccio, da sempre molto frequentate. Anzi, forse, vero “motore” della economia illecita della città.
Al momento, dunque, le articolazioni del clan di Domenico Conte risultano sparse un po’ ancora nella zona 167 – nei pressi dello storico quartier generale su via Pertini – una minima parte nel centro storico nella cosiddetta zona “del Ponte”. E tra loro pare esserci anche l’uomo che è stato ferito ieri sera, alle 19.30 circa, nella sua abitazione su via Repubblica (leggi qui).
Accanto a loro si configura il gruppo capeggiato da Giuseppe Rocco Cassano (che potrebbe lasciare il carcere durante il prossimo anno, per la fine della pena). Anche nei loro confronti (leggi qui) il 2 luglio scorso, appena 41 giorni fa, sempre in un orario di punta, alle 20, sono stati esplosi almeno cinque colpi di pistola. Da quanto ricostruito dai militari, ai colpi ricevuti, potrebbe esserci stata anche una risposta, direttamente dalle case popolari: i proiettili, ad un certo punto, sono stati uditi in rapida e doppia sequenza. Due i bossoli ritrovati dai carabinieri.
Episodio analogo, sempre nella stessa zona, avvenne il 1 aprile scorso, il giorno di Pasquetta, sempre su via Crocifisso.
L’ipotesi è che ci sia un nuovo gruppo emergente, probabilmente quello del clan dei Di Cataldo (detto “Le pecore”), che godrebbero di “copertura” anche da parte dei gruppi criminali Baresi, che fornirebbero armi e denaro per la “guerra” interna di supremazia.
Insomma, lo scontro potrebbe ancora andare avanti per molto, se non dovesse arrivare, nel frattempo, uno “stop” da parte da parte della magistratura.
Di certo gli uomini a servizio di un territorio così esteso, che conta 55.354 abitanti, e con un alto indice di delittuosità, pari a 1.548,22 (secondo l’Istat nel rapporto tra delitti commessi, su numero abitanti).