Quattro di loro, con allenatore al seguito, sono atterrate ieri a Fiumicino, dopo giorni di viaggio rischioso. Alcune componenti della squadra invece non sono riuscite a raggiungere Kabul o non solo partite. Altre ancora, prima dell’occupazione dei talebani, erano emigrate in Iran.
Per le calciatrici di calcio a 11 dell’Herat, fuggite dall’Afghanistan, l’intero mondo sportivo italiano si sta mobilitando.
E non è rimasto indifferente alla loro storia anche il Bitonto C5 Femminile. Da giorni, il presidente Silvano Intini e il suo staff stanno seguendo le vicende per cercare di dare un contributo fattivo.
“Ci stiamo interfacciando con il consolato italiano e con la divisione calcio a 5 per poterle ospitare nella nostra città” ci racconta il patron.
“Bitonto, in questi anni, si è appassionata al calcio femminile e ha amato le nostre giocatrici. Siamo convinti che le ragazze afghane riceveranno nella nostra città una calorosa accoglienza e potranno continuare a coltivare la loro passione, sia pur adattandosi a diverse modalità di gioco”.
La divisione calcio a 5 impone infatti un limite di un’extracomunitaria per squadra, ma la società bitontina è pronta a chiedere una deroga per poter permettere loro di affrontare insieme un campionato.
“La situazione è eccezionale e va oltre l’agonismo. Speriamo che la nostra richiesta possa essere accolta” è l’auspicio di Silvano Intini, che, per questa iniziativa, può godere dell’appoggio di tanti concittadini. “In particolare, voglio ringraziare Andrea Vacca e Giovanni Vacca che si sono mostrati subito sensibili al tema”.
“Le calciatrici dell’Herat meritano di poter subito tornare in campo, per continuare a vivere il loro sogno in un mondo libero e rispettoso” è la chiosa del patron.