Nella zona 167 e nel centro storico di Bitonto ci sono stati i risultati migliori delle 48ore di intervento sul “modello Caivano”, sia per il numero d’arresti, sia per il quantitativo di droga recuperato: dieci le persone finite in manette, di cui sei su ordinanza di custodia cautelare per reati contro il patrimonio, quattro in flagranza di reato per detenzione di sostanze stupefacenti e armi illegalmente detenute. A casa di un pregiudicato, infatti, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato due chilogrammi di sostanze (cocaina e marijuana), oltre a una rivoltella e un’arma clandestina. In un caso un uomo, poi arrestato, ha tentato di gettare dal terrazzo un involucro contenente 50 grammi di cocaina. Presi anche un inibitore di frequenze e parrucche utilizzate per travisare il volto. Durante i controlli sono stati portati a termine 15 perquisizioni a Bitonto all’interno di circoli ricreativi, sale gioco, esercizi commerciali, autoparchi, autodemolizioni e case abbandonate nei centri storici.
«Il governo guidato da Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi hanno inteso rafforzare in maniera forte la presenza dello Stato e certificare una cosa che dev’essere chiara a tutti: non esistono zone grige, esiste lo Stato con le sue diramazioni e non c’è spazio per delinquere», ha chiarito il sottosegretario e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato, che ieri pomeriggio ha fatto visita al commissariato di pubblica sicurezza di Bitonto per ringraziare simbolicamente gli agenti per il lavoro svolto.Con lui i colleghi di partito, il senatore Filippo Melchiorre, il segretario cittadino Pinuccio Schiraldi e i consiglieri comunali Domenico Damascelli, Ivan Lorusso e Francesco Toscano, che sono stati accolti dal dirigente del commissariato Gennaro Di Nunno, il comandante della polizia locale Silvana Di Mundo e l’assessore Cosimo Bonasia.
«Gli arresti di questi giorni sono frutto di un lavoro importante di forze dell’ordine e magistratura, ma non bisogna mai abbassare la guardia. Anzi, bisogna alzarla e lavorare anche sull’approccio culturale che lo Stato c’è. L’invito ai cittadini è di denunciare perché lo Stato è sicuramente più forte di qualsiasi malaffare», ha aggiunto Melchiorre, componente della Commissione parlamentare Antimafia.
Un presidio di polizia, quello di Bitonto, che da anni risulta depauperato di uomini e donne. Tanto che nei mesi scorsi non sono mancati gli incontri in prefettura, convocati dall’allora prefetto Antonia Bellomo, per una maggiore attenzione sul territorio bitontino. Presidi interforze che non sono mancati, specie nei fine settimana estivi, «su nostra esplicita richiesta», ha ricordato il sindaco Francesco Paolo Ricci.
Il primo cittadino ha scritto che, dopo il blitz, una città più sicura non è «un’utopia», ricordando l’impegno nella «costruzione della cultura della legalità».
Ma, dall’altro lato, il consigliere d’opposizione Damascelli non ha lesinato una stoccata a Ricci, suggerendogli di evitare «salire sul carro dei vincitori», dopo che nei mesi scorsi ha «urlato di non avere competenze e di non poter far nulla», oltre a non aver voluto adottare «il Daspo urbano per limitare l’azione dei delinquenti». E poi ha concluso il post sui social con una frecciata alla classe politica: «Un consiglio. Attenzione ad approvvigionarsi di consensi elettorali provenienti dalle sacche della società che alimentano il malaffare. Prima o poi, tutti i nodi potrebbero venire al pettine».