L’area compresa tra via Domenico Urbano e via Messeni, quella con le giostrine, tra il parcheggio e la scuola dell’infanzia, già da un anno era intitolata alle sorelle Teresa e Serafina Saracino, le due ragazze bitontine morte a New York, nel rogo dell’azienda tessile Triangle Shirtwaist Company del 25 marzo 1911. La decisione era stata presa nel marzo 2018, quando Palazzo Gentile decise di aderire all’invito lanciato già nel 2015 dall’avvocato Laura Fano e rinnovato nel marzo 2017 dal Comitato di quartiere 6 Traetta, con lo scopo di aderire alla campagna nazionale “Toponomastica Femminile”, con cui diverse associazioni esortarono tutte le amministrazioni comunali delle città natìe delle vittime italiane, ad intitolare una piazza, una via o un giardino a loro. Dopo una lunga attesa, ieri, in occasione della Festa della Donna, è stata scoperta la targa in loro ricordo, in una cerimonia alla presenza dell’assessore alla Pari Opportunità Marianna Legista, del vicesindaco Rosa Calò e delle associazioni che, sin da subito, hanno sposato l’iniziativa.
L’azienda, ricordiamo, produceva camicie e il personale, sottopagato, sfruttato e costretto a lavorare con scarse misure di sicurezza, era in gran parte composto da donne. Quando nell’edificio si sviluppò un incendio 146 persone di cui 126 donne, 38 delle quali erano italiane, come Teresa e Serafina Saracino, emigrate negli Stati Uniti d’America nei primi anni del ‘900 insieme alla famiglia per fuggire dalla miseria. Molte delle vittime morirono perché i proprietari, nel timore che gli operai facessero troppe pause, distraendosi e togliendo tempo all’attività lavorativa, erano soliti chiudere a chiave i laboratori. Al propagarsi delle fiamme, quindi, per salvarsi, evitarono di liberarli, condannandoli a morte. Mentre molte vittime tentarono invano di salvarsi, gettandosi dalle finestre per sfuggire al fuoco.
Quell’incendio fu il più grave incidente industriale della storia di New York per l’elevato numero di vittime ed ebbe un forte impatto sociale e politico. Portò, infatti, al varo di leggi atte a migliorare la sicurezza sul lavoro e a promuovere una maggior tutela dei diritti dei lavoratori e, soprattutto, delle lavoratrici. Molte furono le donne che aderirono alla International Ladies’ Garment Workers’ Union, che oggi è uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti. Le condizioni di lavoro, infatti, all’interno della fabbrica erano terribili e
«Con l’intitolazione di oggi vogliamo ricordare queste due sorelle partite per una vita migliore nel continente americano. Tutta l’amministrazione ha aderito sin da subito all’iniziativa, tanto da intitolare proprio questa piazza, inaugurata durante la prima amministrazione Abbaticchio» ha spiegato l’assessore Legista, leggendo una nota inviata da Ester Rizzo, responsabile dell’associazione “Toponomastica Femminile”: «Per più di cento anni delle tante vittime si sono saputi sono i cognomi, spesso inesatti, e brandelli della vita americana. Niente si sapeva sulle origini. Erano figlie dimenticate e, spesso, mai ricordate, vittime dell’ingordigia, del profitto a tutti i costi, che scavalca anche la dignità umana. Con queste iniziative imprimiamo la loro memorie nelle pietre delle città da cui mossero i primi passi».