«Portiamo la storia di Michele Tatulli nelle scuole, affinché le giovani generazioni possano conoscerla e farla propria».
La proposta è stata lanciata dal sindaco, Francesco Paolo Ricci, direttamente al questore di Bari, Massimo Gambino, ieri mattina durante la commemorazione del giovane agente caduto vittima delle Brigate Rosse l’8 gennaio 1980 all’età di 24 anni. Tatulli era in compagnia del vicebrigadiere Rocco Santoro e dell’appuntato Antonio Cestari e quella mattina stavano effettuando un normale giro di perlustrazione, ignari di essere seguiti da una 128 bianca con a bordo quattro brigatisti: Barbara Balzerani, Mario Moretti, Nicolò De Maria e Nicola Gianicola. La tragedia si è consumata in pochi secondi visto che una raffica di colpi di armi automatiche fu esplosa contro l’auto civetta non lasciando scampo ai tre poliziotti.
Come ogni anno, il Comune ha reso omaggio al suo figlio caduto con una cerimonia commemorativa. Una corona di fiori è stata deposta presso la lapide commemorativa a Palazzo Gentile, seguita da un momento di preghiera al cimitero cittadino. Ricci, secondo cui il giovane poliziotto bitontino è stato un cittadino prima ancora che un agente delle forze dell’ordine, ha evidenziato anche come le giovani generazioni non siano il nostro futuro, ma il nostro presente e come tale vadano stimolate a comprendere e incarnare i valori per cui Michele Tatulli ha sacrificato la propria vita. «Il dolore per questa perdita rimane sempre aperto – ha evidenziato Gambino – Bisogna tenere alta la guardia e, soprattutto, custodire la memoria di quei giovani che hanno sacrificato la loro vita per la sicurezza di tutti noi. Il sacrificio di Tatulli, insomma, è un faro che deve continuare a illuminare il nostro cammino».