Cosa è stata “Olio capitale”? E soprattutto, avrà insegnato qualcosa a Bitonto? E agli imprenditori agricoli? Sono le domande che ci si è posti qualche giorno fa quando Comune (assessore all’Agricoltura Francesco Brandi) e aziende si sono incontrate per fare un resoconto della tre giorni della principale fiera italiana dedicata all’olio extravergine che si è svolta a Trieste (già, Trieste, in Friuli Venezia-Giulia) dal 10 al 13 marzo. E non è nemmeno la prima volta che è organizzata lì. La bilancia pende verso il segno “+”, ma c’è il rammarico che soltanto un’azienda agricola bitontina (“Amore coltivato” di Maria Carmela Achille) era fisicamente presente nella trasferta triestina (le spese da sostenere non erano poche), ed è pure arrivata in finale nel concorso “omonimo”. Corato, tanto per citare un Comune a pochi chilometri da noi, ne aveva qualcuna in più.
“L’esperienza – è stato il punto di vista di Brandi e di Raffaele Moretti, responsabile dell’Agenzia di comunicazione “Comma3” – ha avuto un effetto sulle riflessioni da fare sul legame che l’olio ha con la nostra città. Trieste era “vestita” di olio ma sul tema ne sa molto meno di noi, cogliendo l’occasione per fare dell’evento un grande momento d’attenzione e marketing. Nella nostra conferenza (fondamentale il ruolo del consigliere nonché imprenditore agricolo Arcangelo Putignano) abbiamo raccontato l’olio come parola di pace visti gli eventi sulla guerra, sui terremoti recenti e i due anni di inferno pandemico e come un momento di rinascita al punto che abbiamo studiato una serie di iniziative con l’assessore Brandi e il Comune di Bitonto che ci piacerebbe portare in giro”.
Il problema è sempre quello. Bitonto deve imparare a sfruttare al meglio quelle che sono le sue peculiarità (e l’olio, il nostro olio è la maggiore), ma lo si fa solo se Comune, imprenditori agricoli e anche ristoratori (già, pure loro) si mettono insieme per studiare idee di promozione e marketing che durino nel tempo. E diano risultati nel tempo. Perché Bitonto – ed è stato ribadito dai relatori – era conosciuta da tutti a Trieste ed è la capitale morale dell’olio. E questo deve essere di spinta, oltre che di rammarico per quello che non si è fatto, vedasi l’assenza di una carta regionale e comunale dell’olio.