Il museo Nazionale Jatta ospita una prestigiosa collezione archeologica composta da più di duemila reperti appartenuti per circa due secoli alla famiglia Jatta e quasi tutti ritrovati nel territorio di Ruvo. Ebbene si, “quasi tutti”, in quanto numerosi e di grande pregio furono rinvenuti in passato nel territorio bitontino ed acquistati dal collezionista Jatta.
Tra essi spicca un pregiato cratere descritto nei seguenti saggi:
“Notizie degli Scavi di Antichità comunicate alla Regia Accademia dei Lincei”, febbraio 1882, di un pregiato “Cratere” rinvenuto in territorio di Bitonto riportante una pregiata raffigurazione del mito di Perseo e Medusa.
“Cratere Protoitaliota rinvenuto a Bitonto” di Francesco Paolo Palmieri.
Il cratere a campana con figure rosse rinvenuto a Bitonto nel 1882 e conservato attualmente presso il Museo Archeologico Jatta (foto d’epoca in bianco e nero). La scena ivi rappresentata si riallaccia sotto il profilo iconologico al gruppo delle leggende elleniche. Sulla destra vi è Ermes nudo, nella parte centrale vi è Perseo che con la mano destra tiene alta la testa di Medusa per i capelli e sulla sinistra si eleva maestosa Athena. Questo “cratere” di pregevole fattura, sia sul piano tecnico che sul piano compositivo, è attribuibile ad un ceromografo molto vicino all’esponente della scuola dello “stile semplice”: il Tarporley, databile al primo trentennio del IV secolo a.C.
Sarebbe bello accogliere questo pregiato reperto “bitontino”, temporaneamente, anche per un breve periodo, nel nostro museo archeologico De Palo Ungaro per una mostra a lui dedicata.
Rivolgo quindi questa mia proposta al caro prof Nicola Pice direttore del nostro amato Museo Archeologico.
È un’ idea fattibile?